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Categoria: Programma di 5ª
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Ultima modifica il Venerdì, 13 Giugno 2014 17:32
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Pubblicato Giovedì, 22 Ottobre 2009 08:30
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Scritto da quomodo
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Pindemonte: il mesto melanconico
Il mito della sensibilità estenuata
Ippolito Pindemonte (1753-1828)
da Poesie campestri, 6 (1788)
Nota metrica. Ode in ottave di quinari suddivise in due quartine; schema delle rime: abac dbdc (le rime c sono tronche).
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LA MELANCONIA |
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1. Fonti, e colline Chiesi agli Dei: M’udiro al fine, Pago io vivrò. Né mai quel fonte Co’ desir miei, Né mai quel monte Trapasserò. |
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2. Gli onor che sono? Che val ricchezza? Di miglior dono Vommene altier: D’un’alma pura, Che la bellezza Della Natura Gusta, e del Ver.
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3. Né può di tempre Cangiar mio fato: Dipinto sempre Il ciel sarà. Ritorneranno I fior nel prato Sin che a me l’anno Ritornerà.
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4. Melanconia, Ninfa gentile, La vita mia Consegno a te. I tuoi piaceri Chi tiene a vile, Ai piacer veri Nato non è.
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5. O sotto un faggio Io ti ritrovi Al caldo raggio Di bianco ciel; Mentre il pensoso Occhio non movi Dal frettoloso Noto ruscel:
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6. O che ti piaccia Di dolce Luna L’argentea faccia Amoreggiar; Quando nel petto La Notte bruna Stilla il diletto Del meditar:
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7. Non rimarrai, No, tutta sola: Me ti vedrai Sempre vicin. Oh come è bello Quel di vïola Tuo manto, e quello Sparso tuo crin!
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8. Più dell’attorta Chioma, e del manto, Che roseo porta La Dea d’Amor: E del vivace Suo sguardo oh quanto Più il tuo mi piace Contemplator!
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9. Mi guardi amica la tua pupilla Sempre, o pudica Ninfa gentil; E a te, soave Ninfa tranquilla, Fia sacro il grave Nuovo mio stil.
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• Vincenzo Bellini, Malinconia, da Sei ariette