“Te Deum laudamus”
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- Categoria: Medioevo
- Ultima modifica il Venerdì, 22 Marzo 2013 19:01
- Pubblicato Domenica, 21 Settembre 2008 19:02
- Scritto da quomodo
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Hymnus “Te Deum laudamus” (fine sec. IV)
Pro gratiarum actione. Dominicis diebus solemnitatibus et festis, ad matutinum
Inno di lode in onore della Trinità, in uso nella liturgia cattolica, più tardi anche nel culto protestante, ma tradotto nelle lingue nazionali. Già noto al principio del sec. V, fu a lungo definito ‘inno ambrosiano’, per una attribuzione a sant’Ambrogio certamente leggendaria. Nella rito latino è impiegato come conclusione del mattutino nelle domeniche, festività e solennità, ma anche come canto di ringraziamento per vittorie, inaugurazioni, anniversari, per cui ha acquisito uno statuto particolarmente cerimoniale. Notevole è l’inserto ai vv. 5-6 della prima sezione del Sanctus della messa.
Nota metrica: inno liturgico in prosa ritmica, in tutto simile a quella dei salmi e cantici biblici. È composto quasi per intero di distici (come è convenzione nella salmodia, l’asterisco indica la fine dei primi emistichi), ma è curiosa la loro irregolare lunghezza, più confacente ai testi scritturali che a quelli di composizione ecclesiastica: ciò potrebbe indicare una origine piuttosto antica, tanto più che gli inni attribuibili con certezza a sant’Ambrogio sono tutti rigorosamente metrici. La sezione che segue l’asterisco è una aggiunta più tarda.
1 Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur. 2 Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur. 3 Tibi omnes ángeli, * 4 tibi chérubim et séraphim * 5 Sanctus, * Sanctus, * Sanctus, * 6 Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ. |
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora. A te tutti gli angeli, e cieli e tutte le potenze, i cherubini e i serafini con voce incessante proclamano: “Santo, Santo, Santo il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.” |
7 Te gloriósus * apostolòrum chorus, 8 te prophetárum * laudábilis númerus, 9 te mártyrum candidátus * laudat exércitus. 10 Te per orbem terrárum * 11 Patrem * imménsæ maiestátis; 12 venerándum tuum verum * et únicum Fílium; 13 Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum. |
Ti loda il glorioso coro degli apostoli, lo splendido stuolo dei profeti, e la candida schiera dei martiri. Per tutta la terra la santa Chiesa ti acclama, Padre di immensa maestà, il tuo unico e vero Figlio venerando, come pure lo Spirito Santo Paraclito. |
14 Tu rex glóriæ, * Christe. 15 Tu Patris * sempitérnus es Filius. 16 Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, * 17 Tu, devícto mortis acúleo, * 18 Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris. 19 Iudex créderis * esse ventúrus. 20 Te ergo, quǽsumus, tuis fámulis súbveni, * 21 Ætérna fac cum sanctis tuis * |
Tu, o Cristo, re della gloria, sei l’eterno Figlio del Padre. Tu, per farti carico di liberare l’uomo, Tu, vinto il pungiglione della morte, Tu siedi alla destra nella gloria del Padre. Crediamo che verrai come giudice. Ti preghiamo dunque: soccorri i tuoi servi, Ammettici insieme ai tuoi santi |
✪ 22 Salvum fac pópulum tuum, Dómine, * 23 Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum. |
Salva il tuo popolo, Signore, Guidali e sorreggili in eterno. |
24 Per síngulos dies * benedícimus te; 25 et laudámus nomen tuum in sǽculum, * 26 Dignáre, Dómine, die isto * 27 Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri. 28 Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, * 29 In te, Dómine, sperávi: * |
Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome Degnati oggi, Signore, Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Sia sempre su di noi la tua misericordia, In te, Signore, ho sperato, |
Guida all’ascolto
Se il Te Deum sul piano testuale ha una stretta affinità con i salmi e i cantici: una prosa ritmica suddivisa in versetti bipartiti, anche la sua intonazione in canto piano è sostanzialmente analoga alla cantillazione dei toni salmodici: un recitativo sillabico su una o due note fisse (cordae), con una formula iniziale (intonatio, ma solo per alcuni versetti), una cadenza intermedia al primo emistichio (mediatio) e una cadenza finale al secondo (clausula).
Ma la cantillazione del Te Deum nel tonus simplex mostra un sottile e raffinato piano di mutazoni, che non si trova nella salmodia comune: lo stile è nel complesso sillabico, tranne nell’incipit e negli emistichi costituiti da una sola parola: il triplice “Sanctus” e “Patrem”, che si rimandano lo stesso breve melisma (il tonus solemnis è identico, ma appena un po’ più fiorito).
La struttura del recitativo si presenta nella prima strofa (vv. 1-13) in forma di salmodia a due corde (do nel primo e la nel secondo emistichio, con le suddette eccezioni). La seconda strofa (14-20) ha scansioni appena variate nelle cadenze media e finale (mediatio e clausula). Nettamente diversa è la realizzazione melodica del v. 21, conclusivo della sezione originaria dell’inno, che si ripropone con significative varianti nei due vv. successivi (22-23). Quindi si ripete per 5 vv. (24-28) la formula della seconda strofa, variata nel primo emistichio e identica nel secondo. L’ultimo v. (29) ripete in entrambi gli emistichi, con un piccolo arricchimento, la melodia del secondo emistichio della terza strofa.
[LU 1834-37]