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Venanzio, “Vexilla regis prodeunt”

Venanzio Fortunato (530-c.600)

Hymnus “Vexilla Regis prodeunt” (t. 1) (569)
Dominica de Passione, ad vesperas

 

Questo inno è storicamente documentato per la prima volta il 19 novembre 569, allorché una reliquia della vera Croce donata dall’imperatore d’Oriente Giustino II fu portata con grande solennità da Tours al monastero della Santa Croce di Poitiers, città di cui Venanzio divenne vescovo nel 597. La sua originaria destinazione processionale è confermata dalla tradizione liturgica della chiesa latina, che lo canta il Venerdì santo al momento in cui si porta l’eucarestia dal repositorio all’altare maggiore, mentre il breviario romano la assegna ai vespri quotidiani dalla domenica di Passione al Giovedì santo, nonché alle ricorrenze della santa Croce: Invenzione (ossia ritrovamento, 3 maggio), Esaltazione (14 settembre) e Trionfo (16 luglio).

Nota metrica: quartine di dimetri giambici, secondo la consuetudine degli inni sul modello ambrosiano, come ambrosiano è il numero di 8 stanze di cui constava in origine: la nona e la dossologia furono aggiunte nel X sec. Le stanze 2, 4 e 7 (*) sono state soppresse a partire dalle edizioni seicentesche del breviario romano.

 

1.  Vexilla Regis prodeunt,
fulget crucis mysterium,
quo carne carnis conditor
suspensus est patibulo.

Avanzano i vessilli del Re,
rifulge il mistero della Croce,

sul quale patibolo il creatore
della carne nella carne è appeso.

2*.  Confixa clavis viscera,
tendens manus, vestigia,
redemptionis gratia
hic immolata est hostia.

Trapassata nel corpo dai chiodi,
aprendo le mani e i piedi,
per la grazia della redenzione
qui la vittima è immolata.

3.  Quo vulneratus insuper
mucrone dirae lanceae;
ut nos lavaret crimine,
manavit unda, sanguine.

Trafitto su di esso
dalla punta della lancia crudele
per lavarci dal peccato;
emanò acqua e sangue.

4*.  Impleta sunt quae concinit
David fideli carmine,
dicendo nationibus:
«Regnavit a ligno Deus».

S'adempie ciò che cantò
Davide, con spirito profetico,
predicendo alle nazioni:
«Dio regna dal legno».

5.  Arbor decora et fulgida,
ornata regis purpura,
electa digno stipite
tam sancta membra tangere.

Pianta bella e splendenta,
adorna di porpora regale,
scelta da degno ceppo
per toccare membra così sante.

6.  Beata, cujus brachiis
pretium pependit saeculi!
Statera facta est corporis,
praedam tulitque tartari.

Beata lei, dalle cui braccia
pende il prezzo del mondo:
è divenuta bilancia del corpo
e ha tolto la preda all’inferno.

7*.  Fundis aroma cortice,
vincis sapore nectare,
iucunda fructu fertili
plaudis triumpho nobili.

Dalla corteccia effondi profumi,
vinci il sapore del nettare;
gioiosa di fertile frutto
applaudi al nobile trionfo.

8.  Salve are, salve victima,
de passionis gloria,
qua vita mortem pertulit
et morte vitam reddidit.

Salve altare, salve vittima,
gloria della passione,
per la quale la vita patì la morte
e con la morte ridonò la vita.

9.  O crux, ave, spes unica!
Hoc passionis tempore
auge piis iustitiam
reisque dona veniam.

Salve, o Croce, unica speranza!
In questo tempo di passione
accresci ai giusti la grazia
e offri il perdono ai colpevoli.

10.  Te, summa Deus Trinitas,
collaudet omnis spiritus;
quos per crucis mysterium
salvas, rege per saecula. Amen.

Te, Dio, somma Trinità,
adori ogni spirito;
coloro che per il mistero della croce
salvi, guidali per l'eternità. Amen

 


Guida all’ascolto

 

[LU 575-76]