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“Te Deum laudamus”

Hymnus “Te Deum laudamus”  (fine sec. IV)

Pro gratiarum actione. Dominicis diebus solemnitatibus et festis, ad matutinum

 

Inno di lode in onore della Trinità, in uso nella liturgia cattolica, più tardi anche nel culto protestante, ma tradotto nelle lingue nazionali. Già noto al principio del sec. V, fu a lungo definito ‘inno ambrosiano’, per una attribuzione a sant’Ambrogio certamente leggendaria. Nella rito latino è impiegato come conclusione del mattutino nelle domeniche, festività e solennità, ma anche come canto di ringraziamento per vittorie, inaugurazioni, anniversari, per cui ha acquisito uno statuto particolarmente cerimoniale. Notevole è l’inserto ai vv. 5-6 della prima sezione del Sanctus della messa.

Nota metrica: inno liturgico in prosa ritmica, in tutto simile a quella dei salmi e cantici biblici. È composto quasi per intero di distici (come è convenzione nella salmodia, l’asterisco indica la fine dei primi emistichi), ma è curiosa la loro irregolare lunghezza, più confacente ai testi scritturali che a quelli di composizione ecclesiastica: ciò potrebbe indicare una origine piuttosto antica, tanto più che gli inni attribuibili con certezza a sant’Ambrogio sono tutti rigorosamente metrici. La sezione che segue l’asterisco è una aggiunta più tarda.

 
 

1 Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.

2 Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.

3 Tibi omnes ángeli, *
      tibi cæli et univérsæ potestátes:

4 tibi chérubim et séraphim *
      incessábili voce proclámant:

5 Sanctus, * Sanctus, * Sanctus, *
      Dóminus Deus Sábaoth.

6 Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.

Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore.

O eterno Padre, tutta la terra ti adora.

A te tutti gli angeli,

      e cieli e tutte le potenze,

i cherubini e i serafini

      con voce incessante proclamano:

Santo, Santo, Santo

      il Signore Dio degli eserciti.

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

7 Te gloriósus * apostolòrum chorus,

8 te prophetárum * laudábilis númerus,

9 te mártyrum candidátus * laudat exércitus.

10 Te per orbem terrárum *
      sancta confitétur Ecclésia,

11 Patrem * imménsæ maiestátis;

12 venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

13 Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.

Ti loda il glorioso coro degli apostoli, 

lo splendido stuolo dei profeti,

e la candida schiera dei martiri.

Per tutta la terra

      la santa Chiesa ti acclama,

Padre di immensa maestà,

il tuo unico e vero Figlio venerando,

come pure lo Spirito Santo Paraclito.

14 Tu rex glóriæ, * Christe.

15 Tu Patris * sempitérnus es Filius.

16 Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
      non horrúisti Virginis úterum.

17 Tu, devícto mortis acúleo, *
      aperuísti credéntibus regna cælórum.

18 Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.

19 Iudex créderis * esse ventúrus.

20 Te ergo, quǽsumus, tuis fámulis súbveni, *
      quos pretióso sánguine redemísti.

21 Ætérna fac cum sanctis tuis *
      in glória numerári.
 

Tu, o Cristo, re della gloria,

sei l’eterno Figlio del Padre.

Tu, per farti carico di liberare l’uomo,
     non hai disprezzato il ventre della Vegine..

Tu, vinto il pungiglione della morte,
      hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra nella gloria del Padre.

Crediamo che verrai come giudice.

Ti preghiamo dunque: soccorri i tuoi servi,
      che hai redento col tuo sangue prezioso.

Ammettici insieme ai tuoi santi
      nella gloria eterna.

22 Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
      et bénedic hereditáti tuæ.

23 Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.

Salva il tuo popolo, Signore,
      e benedici la tua eredità.

Guidali e sorreggili in eterno.

24 Per síngulos dies * benedícimus te;

25 et laudámus nomen tuum in sǽculum, *
      et in sǽculum sǽculi.

26 Dignáre, Dómine, die isto *
      sine peccáto nos custodíre.

27 Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

28 Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
      quemádmodum sperávimus in te.

29 In te, Dómine, sperávi: *
      non confúndar in ætérnum.

Ogni giorno ti benediciamo,

lodiamo il tuo nome
      per sempre.

Degnati oggi, Signore,
      di custodirci senza peccato.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi.

Sia sempre su di noi la tua misericordia,
      poiché in te abbiamo sperato.

In te, Signore, ho sperato,
      non sarò confuso in eterno.

 

 


Guida all’ascolto

Se il Te Deum sul piano testuale ha una stretta affinità con i salmi e i cantici: una prosa ritmica suddivisa in versetti bipartiti, anche la sua intonazione in canto piano è sostanzialmente analoga alla cantillazione dei toni salmodici: un recitativo sillabico su una o due note fisse (cordae), con una formula iniziale (intonatio, ma solo per alcuni versetti), una cadenza intermedia al primo emistichio (mediatio) e una cadenza finale al secondo (clausula).

Ma la cantillazione del Te Deum nel tonus simplex mostra un sottile e raffinato piano di mutazoni, che non si trova nella salmodia comune: lo stile è nel complesso sillabico, tranne nell’incipit e negli emistichi costituiti da una sola parola: il triplice “Sanctus” e “Patrem”, che si rimandano lo stesso breve melisma (il tonus solemnis è identico, ma appena un po’ più fiorito).

La struttura del recitativo si presenta nella prima strofa (vv. 1-13) in forma di salmodia a due corde (do nel primo e la nel secondo emistichio, con le suddette eccezioni). La seconda strofa (14-20) ha scansioni appena variate nelle cadenze media e finale (mediatio e clausula). Nettamente diversa è la realizzazione melodica del v. 21, conclusivo della sezione originaria dell’inno, che si ripropone con significative varianti nei due vv. successivi (22-23). Quindi si ripete per 5 vv. (24-28) la formula della seconda strofa, variata nel primo emistichio e identica nel secondo. L’ultimo v. (29) ripete in entrambi gli emistichi, con un piccolo arricchimento, la melodia del secondo emistichio della terza strofa.

 

 

[LU 1834-37]