“Ave maris stella” (inno)
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- Categoria: Medioevo
- Ultima modifica il Giovedì, 21 Marzo 2013 18:29
- Pubblicato Domenica, 21 Settembre 2008 17:35
- Scritto da quomodo
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Hymnus “Ave maris stella” (t. 1)
Commune Festorum Beatae Mariæ Virginis, ad vesperas
Questo inno mariano assai diffuso è di origine incerta: l’attribuzione a Venanzio Fortunato (fine sec. VI), o a Paolo Diacono (fine sec. VIII), non hanno molti appigli filologici. Di certo si trova attestata in un codice di San Gallo del sec. IX. Nell’ufficio delle ore del breviario romano è assegnato ai vespri del comune della Beata Vergine Maria. Il titolo di “stella del mare”, ossia stella polare, guida dei naviganti, nell’ordine della tradizionale allegoria della vita come viaggio in un oceano tempestoso, risale alle attestazioni patristiche della tarda antichità e del primo medioevo (Girolamo, Isidoro di Siviglia, Alcuino, Rabano Mauro).
Nota metrica: sette quartine di versi composti da tre trochei (tripodia trocaica): un metro abbastanza insolito, anche se coerente con la costante dei ritmi giambici o trocaici negli inni ecclesiastici. Le finali dei versi presentano omoteleuti poco significativi; più interessanti, forse, le assonanze a versi alterni nella 2a strofa.
1. Ave maris stella, Dei Mater alma, atque semper Virgo, felix caeli porta. |
Ave, stella del mare, |
2. Sumens illud Ave Gabrielis ore, funda nos in pace, mutans Hevae nomen. |
L’Ave del messo celeste |
3. Solve vincula reis, profer lumen caecis mala nostra pelle, bona cuncta posce. |
Mostrati Madre per tutti, |
4. Monstra te esse matrem: sumat per te preces, qui pro nobis natus, tulit esse tuus. |
Mostrati Madre per tutti, |
5. Virgo singularis, inter omnes mitis, nos culpis solutos, mites fac et castos. |
Vergine Santa fra tutte, |
6. Vitam praesta puram, iter para tutum: ut videntes Iesum semper collaetemur. |
Donaci giorni di pace, |
7. Sit laus Deo Patri, summo Christo decus, Spiritui Sancto, tribus honor unus. Amen. |
Lode all’Altissimo Padre, |
Guida all’ascolto
[LU 1722-3]