BWV 036, Avvento 1

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Categoria: Bach

Ultima modifica il Venerdì, 07 Marzo 2014 07:34

Pubblicato Lunedì, 25 Marzo 2013 15:48

Scritto da quomodo

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Johann Sebastian BACH (1685-1750)

Cantata BWV 36 “Schwingt freudig euch empor” (1731)
per la I domenica di Avvento

La cantata BWV 36 ha la storia forse più intricata di tutta la produzione bachiana del genere, essendo nata come cantata di auguri (1725), ripresa per due volte su testi profani differenti (secondo la procedura della parodia, abituale in Bach e nei contemporanei), e poi rielaborata altre due volte su testi sacri destinati entrambi alla liturgia della prima domenica di Avvento. I tre numeri presentati qui sono tratti dall’ultima versione di otto numeri, approntata a Lipsia per il 2 dicembre 1731, e costituiscono nel loro insieme una inserzione nuova rispetto alla versione precedente che non li comprendeva. Sono tre strofe (1, 6 e 8) del corale, prescritto per il canto dell’assemblea nella celebrazione inaugurale dell’anno liturgico, traduzione dell’inno ambrosiano per la notte di Natale.

Ciascuna delle tre strofe contiene la melodia superiore dell’inno, ma trattata in maniera diversa dalle altre. Per una migliore comprensione sarebbe il caso di procedere a ritroso nell’ascolto, partendo dal n. 8 che presenta la forma più semplice, passando poi al n. 6 che è un po’ più complesso, e concludere infine col n. 2 che è decisamente il più impegnativo.

2. Corale [Duetto SA]; 2 oboi d’amore, b.c.
Elaborazione corale (Choralbearbeitung) in forma piuttosto complessa. Il brano si struttura in quattro parti ben distinte, una per ciascun verso della strofa. Il basso continuo (b.c.) esordisce esponendo chiaramente per due volte (al 1° e 4° grado) la melodia del primo verso della strofa, che acquisisce così la fisionomia di vero e proprio tema ricorrente e strutturante di tutto il brano. Subito dopo le voci attaccano in fugato: l’alto espone il tema del primo verso (soggetto), quindi entra il soprano sullo stesso tema al 5° grado, mentre l’alto prosegue in contrappunto (controsoggetto); il dialogo delle voci si snoda a lungo in un ricco contrappunto, finché il b.c. riecheggia di nuovo il tema dell’inizio. Analogamente si procede per il secondo verso, esposto dal soprano seguito dall’alto, e continuato in contrappunto, fino al riecheggiare del primo tema al b.c. Così accade pure per il terzo verso, e per il quarto che, basato sulla stessa melodia del primo e avviandosi a conclusione, presenta sempre più fitti ricorsi del tema principale (anche in forma per augmentationem, ossia a note di durata più lunga). Il brano si conclude in forma circolare col ritorno della melodia del primo verso al b.c.

6. Corale [T]; 2 oboi d’amore, b.c.
Elaborazione corale (Choralbearbeitung) in forma abbastanza semplice. La linea melodica superiore di tutta la strofa dell’inno (cantus firmus) è assegnata tale e quale alla voce del tenore; gli strumenti eseguono un’ampia introduzione, un fitto contrappunto sotto gli incisi espressi dalla voce, interludi che separano un verso dall’altro, e una conclusione della strofa sulla stessa trama tematica.

8. Corale [SATB]; 2 oboi d’amore, flauto trav., archi, organo, b.c.
È il puro e semplice corale, sillabico e omoritmico, armonizzato a 4 parti per il canto dell’assemblea liturgica (vedi sopra), con gli strumenti che eseguono le stesse note delle voci (raddoppio).