Orazio, "Rectius vives Licini" (2,10)
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- Pubblicato Domenica, 14 Settembre 2008 13:34
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Orazio: idem contrahes turgida vela
Il carme dell 'aurea mediocritas'
Q. HORATIUS Flaccus (65-8 a.C.)
Carmina II, 10
Nota metrica. sistema saffico minore, ossia strofe tetrastica costituita da tre saffici minori seguiti da un adonio:
—∪——,—|∪∪,—∪——
—∪——,—|∪∪,—∪——
—∪——,—|∪∪,—∪——
—∪∪,—∪.
Rectius uiues, Licini, neque altum semper urgendo neque, dum procellas cautus horrescis, nimium premendo litus iniquom. |
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5 | Auream quisquis mediocritatem diligit, tutus caret obsoleti sordibus tecti, caret inuidenda sobrius aula. |
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10 |
Saepius uentis agitatur ingens pinus et celsae grauiore casu decidunt turres feriuntque summos fulgura montis. |
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15 |
Sperat infestis, metuit secundis alteram sortem bene praeparatum pectus. Informis hiemes reducit Iuppiter, idem |
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20 |
summouet. Non, si male nunc, et olim sic erit: quondam cithara tacentem suscitat Musam neque semper arcum tendit Apollo. |
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Rebus angustis animosus atque fortis appare; sapienter idem contrahes uento nimium secundo turgida uela. |
Traduzione interpretativa |
2. (qm 2008)
Più giusto vivrai, Licinio, non assillando
di continuo il mare al largo e, mentre accorto
paventi le tempeste, non pedinando
troppo da presso il lido diseguale.
Chiunque predilige la via di mezzo d’oro,
garantito evita il disgusto
di un tetto inusuale, misurato
evita le sale maledette.
Più spesso dai venti è squassato un pino enorme,
e le torri alte si schiantano d'un crollo
più pesante, e i fulmini trafiggono
le cime di montagne.
Un’altra occasione s’augura nei giorni
di disgrazia, un’altra s’attende nei giorni di festa
un cuore ben disposto. I brutti inverni
li riconduce Giove, e sempre lui
li spazza via. Non è che, se va male oggi,
sarà così anche una volta: talora
la cetra risveglia la Musa ammutolita,
e non sempre tende Apollo la corda.
Nelle angustie mostrati di forza
e di cuore; saggiamente ammaina
tu stesso, al vento troppo buono,
la vela troppo gonfia.
Problemi grammaticali |