proposizioni infinitive
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- Categoria: Grammatica
- Ultima modifica il Domenica, 03 Marzo 2013 07:55
- Pubblicato Mercoledì, 03 Novembre 2010 07:53
- Scritto da quomodo
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Le proposizioni infinitive sono proposizioni completive (o complementari dirette), che fungono da soggetto o da oggetto del verbo reggente (soggetto quando il verbo reggente è intransitivo o passivo; oggetto quando è transitivo attivo).
Le proposizioni infinitive hanno:
• il soggetto obbligatoriamente espresso in caso accusativo e
• il verbo al modo infinito secondo la consueta consecutio temporum:
• infinito presente (-are/-ari; -ēre/-ēri; -ĕre/-i; -ire/-iri; -ĕre/-i) = contemporaneità con qualunque tempo della reggente
• infinito perfetto (-isse/-tum esse) = anteriorità con qualunque tempo della reggente
• infinito futuro (-turum esse/-tum iri) = posteriorità con qualunque tempo della reggente
In presenza di un infinito occorre fare molta attenzione a distinguere la costruzione completiva dalla costruzione servile:
• nella costruzione completiva
- il verbo reggente e l’infinito costituiscono due predicati distinti (e quindi due proposizioni)
- l’infinito è soggetto (prop. soggettiva)/oggetto (prop. oggettiva) del verbo reggente
- il soggetto dell’infinito è sintatticamente autonomo dal soggetto della reggente (anche se coincide) ed è espresso in accusativo (come tutti i termini che concordano col soggetto)
es. dicunt te esse bonum – dicitur te esse bonum
NB: se con un verbo transitivo attivo si ha la presenza di un accusativo e di un infinito, l’infinto ha sempre prevalenza gerarchica sull’accusativo, per cui l’infinito sarà l’oggetto del verbo reggente (proposizione infinitiva oggettiva) e l’accusativo sarà soggetto (o eventualmente oggetto) dell’infinito.
• nella costruzione servile
- il verbo reggente e l’infinito costituiscono un unico predicato
- il soggetto dell’unico predicato è evidentemente uno solo ed è espresso in nominativo (come tutti i termini che concordano col soggetto)
es.: (tu) potes esse bonus – (tu) vis esse bonus
La costruzione servile (che le grammatiche chiamano impropriamente costruzione personale) si ha:
- sempre col verbo possum;
- col verbo volo se il suo soggetto coincide con quello dell’infinito (altrimenti si ha una volitiva);
es.: (ego) volo esse bonus – volo ut sis bonus
- talora col passivo dei verbi di dire;
es.: (tu) diceris esse bonus
- spesso col verbo videor (nei significati di ‘si vede bene che’ e ‘sembra che’)
es.: videtur te esse bonum – (tu) videris esse bonus
NB: la costruzione servile è possibile solo con verbi intransitivi o passivi (se sono transitivi attivi, infatti, l’infinito non può che essere oggetto).