citazione

Categoria: Temi, tesine & blog
Ultima modifica il Domenica, 26 Settembre 2021 18:03
Pubblicato Martedì, 12 Febbraio 2013 09:45
Scritto da quomodo
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Con citazione si indica, all’interno di un saggio, un testo ripreso in tutto o in parte, alla lettera, in parafrasi o in riassunto, da un altro testo prodotto da un altro autore (ma anche dallo stesso), per consentire al lettore di comprendere con facilità in via diretta quali passi, spunti e idee abbiamo preso da altri, e per contrasto quali invece provengono autenticamente dalla nostra originale riflessione.

Talora si usa chiamare citazione anche il riferimento al testo e all’autore ripresi nella trattazione: ma in questo caso è meglio usare il termine rimando.

Quindi, in dettaglio, si ha sempre una citazione quando:

• si trascrivono le parole esatte di un altro autore (ponendole rigorosamente tra virgolette);
• si parafrasa o si riassume in modo più o meno somigliante un passo di un altro autore;
• si usa un’idea, o una conclusione, o qualunque altro materiale direttamente proveniente dal lavoro di un altro autore.

In tutti questi casi una corretta deontologia (dovere etico) della ricerca scientifica impone che si indichi con chiarezza e precisione il testo e l’autore dal quale è stato tratto il passo citato.

 

A cosa serve una citazione

Contrariamente a quel che lo studente medio di solito crede, dimostrare una certa conoscenza di quanto è già stato scritto su un qualunque argomento oggetto di ricerca o approfondimento non è una diminuzione, bensì un aumento del valore del lavoro. Infatti

«Dicebat Bernardus Carnotensis nos esse quasi nanos gigantium humeris insidentes, ut possimus plura eis et remotiora videre, non utique proprii visus acumine aut eminentia corporis, sed quia in altum subvehimur et extollimur magnitudine gigantea»

Giovanni di Salisbury, Metalogicon III, 4 (c. 1159); ediz. Webb, Oxford, 1929, p. 136, 23-27).

[Bernardo di Chartres diceva che noi siamo come nani seduti sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose e più lontano di loro, ma non per l’acutezza della nostra vista o l’altezza del corpo, bensì perché siamo posti in alto proprio grazie alla loro grandezza.]

Del resto, la deontologia della ricerca scientifica prevede la ripetibilità dell’esperienza, che nell’ambito delle materie umanistiche consiste nel mettere in grado qualunque lettore di ripercorrere agevolmente lo stesso tragitto che abbiamo percorso noi, per verificare le nostre conclusioni o anche (se fosse il caso) per falsificarle grazie a conoscenze migliori delle nostre.

Pertanto in tesine, temi, ricerche e in qualunque altro testo di approfondimento rigoroso, non bisogna aver timore di citare fonti e testi altrui, ma senza mai dimenticare di indicare scrupolosamente la provenienza e la paternità di tutto ciò che non proviene da noi stessi.

 

Come si fa una citazione

La fonte può essere citata in due modi:

a) alla lettera
• in questo caso le parole devono essere esattamente quelle del testo originale, non manipolate e sintatticamente coerenti col tuo testo;
• devi usare all’inizio e alla fine della citazione le virgolette caporali (« »), oppure le inglesi (“ ”);
• se sopprimi alcune parole, devi sostituirle con tre puntini fra parentesi quadre ([...]);
• se la citazione è più lunga di 3-4 righe, allora è meglio disporla in un paragrafo a parte, indentato e in carattere di corpo legermente inferiore a quello della tua trattazione.

b) in parafrasi, riassunto o allusione
• in questo caso tutte le parole del tuo testo devono essere diverse da quelle della fonte, pur senza violarne il senso autentico;
• non sono necessarie le virgolette, tranne se usi le parole precise della fonte.

In entrambi i casi, all’inizio o alla fine della citazione devi inserire, tra parentesi o in nota, il rimando bibliografico secondo le regole dello stile Harvard (“Cognome, data, pagina”), per segnalare al lettore chi l’ha detto, quando l’ha detto, dove l’ha detto:

FERRONI, 1992, p. 702
GIBELLINI, 2008, pp. 51-54
GUGLIELMINO-GROSSER, 1994, pp. 223-224
NIGRO, 2002, p. xii

Naturalmente questa modalità di rimando prevede che tutti i dati delle fonti siano riportati alla fine del saggio, nella apposita sezione “Bibliografia”, in ordine alfabetico per autore, ed eventualmente cronologico (vedi bibliografia).

NB. Ricorda che usare parole non tue senza virgolette e senza indicare di chi sono costituisce plagio.
 

Come non si fa una citazione

- non devi usare le stesse parole della fonte in una parafrasi: o citi alla lettera, e allora metti tutto tra virgolette, col rimando bibliografico; oppure fai una parafrasi/riassunto, e allora devi riscrivere tutto con parole tue, anche qui col rimando bibliografico preceduto da “cfr.” (= confer, confronta);

- se ti ritrovi a dover ripetere a ogni riga il rimando alla stessa fonte, allora significa che non stai facendo altro che una fotocopia del testo che hai davanti (lo stesso se fai un solo rimando per ogni pagina del tuo testo);

- ovviamente, se utilizzi un unico testo (ad es. un’antologia) per tutta la tua ricerca, perdi lo scopo preminente del lavoro, che è appunto quello di fare esperienza di ricercare: quindi è implicito che non si obbedisce al mandato se in ogni punto dell’argomentazione non sono presenti almeno due o tre rimandi ad altrettanti testi diversi.

 


Per approfondire

• § 6.2. alle pp. 11-12 delle Linee guida per la stesura della tesi, Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Economia (07.03.2007)
Wikipedia: Cita le fonti