Foscolo, “Il proprio ritratto”
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- Categoria: Programma di 5ª
- Ultima modifica il Mercoledì, 27 Ottobre 2021 11:06
- Pubblicato Mercoledì, 17 Novembre 2010 12:25
- Scritto da quomodo
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Foscolo: morte tu mi darai fama e riposo
Lo stereotipo del romantico
Ugo Foscolo (1778-1827),
dai Sonetti, vii - viibis (1803; 1822)
Vicenda tormentatissima quella di questo sonetto, riportato più volte in vari luoghi dall’autore, che non cessò mai per tutta la vita di intervenire apportando modifiche, o ripristinando le versioni precedenti. La fonte è certamente l’analogo sonetto di Alfieri “Sublime specchio di veraci detti”, la cui struttura è da Foscolo seguita quasi passo passo, e al quale lo accomunano precisi echi lessicali.
Nota metrica: sonetti, rime ABAB BABA CDE CED; ABAB BABA CDE DEC.
Ch’altri che me non ho di cui mi lagne. (Petrarca) |
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IL PROPRIO RITRATTO Solcata ho fronte, occhi incavati intenti, giuste membra; vestir semplice eletto (4); talor di lingua, e spesso di man prode; di vizi ricco e di virtù, do lode |
IL PROPRIO RITRATTO Solcata ho fronte, occhi incavati intenti; membra esatte (2); vestir semplice eletto; mesto i più giorni e solo; ognor pensoso; cauta mi parla la ragion; ma il core, |
1 “capelli rossi”. |
1 Variante: «tumidi labbri ed al sorriso lenti». |
Proposte di lavoro |
Questo sonetto è una buona palestra per verificare sul campo il metodo di lavoro di Foscolo, e per esercitare la tecnica di lettura analitica strutturale:
• osservare e confrontare le varianti, cercando di intuire le motivazioni formali e contenutistiche che le determinano;
• confrontare il sonetto con gli esempi analoghi di Alfieri “Sublime specchio di veraci detti” e del giovanissimo Manzoni “Capel bruno: alta fronte: occhio loquace”;
• analogamente confrontarlo con altre liriche di Foscolo o di altri autori, in cui al ritratto prevalentemente fisico si sostituisce una attenzione più marcata per gli aspetti interiori (emotivi-affettivi e riflessivi).