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Montale, "Meriggiare"

Montale: cocci aguzzi di bottiglia

Poesia come sabbia in bocca

 

Eugenio MONTALE (1896-1981)

da Ossi di seppia (1920-1927)

 

Nata nel 1916, questa poesia che è una delle più famose appartiene cronologicamente alla preistoria di Montale, pur contenendo già in sé tutti gli elementi della maturità del poeta: dal paesaggio basato sulla precisa osservazione degli aspetti naturali e sulla recezione dei suoni, alla lingua che gioca sull’intreccio delle assonanze e sull’onomatopea, alla precisa allusività dei simboli. Si delinea così al di là di ogni evasione fantastica, di ogni abbandono idillico, quello che è l’ambiente arido dell’uomo, fatto sguardo stupito e pietrificato. Ma la petrosità, appunto, non è tanto una questione di contenuto, la petrosità è piuttosto un fatto di stile, di fulminea ed essenziale sintassi, quell’arte di incidere le parole come pietre dure, secondo ha suggerito qualcuno” (G. Getto).

(da Tutte le opere, a cura di Giacinto Spagnoletti, Bruno Mondadori)

 

  MERIGGIARE
 

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

  5

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.


10

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.



15

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

 

 Per approfondire

• "Meriggiare pallido e assorto" di Eugenio Montale: parafrasi del testo = da Oilproject (scheda)
• Montale, "Meriggiare pallido e assorto": analisi e commento = da Oilproject (videolezione)
• Analisi del testo: “Meriggiare pallido e assorto” di Eugenio Montale = da FareLetteratura (scheda)