D’Annunzio, “La sera fiesolana”
- Dettagli
- Categoria: Programma di 5ª
- Ultima modifica il Giovedì, 22 Maggio 2014 18:39
- Pubblicato Domenica, 18 Maggio 2014 12:39
- Scritto da Franzoni-Lanzani
- Visite: 13058
D’Annunzio: laudata sii
Poesia e liturgia pseudo-francescana
Gabriele D’ANNUNZIO (1863-1938)
da Alcyone (1902)
La poesia appartiene alla prima sezione di Alcyone ed è la prima della raccolta a essere stata composta.
Sono chiari i riferimenti al Cantico delle creature di San Francesco quando usa espressioni come: Laudata sii per rivolgersi alla sera, oppure fratelli olivi (v. 29).
Il poeta si rivolge alla sua compagna e la invita a contemplare con lui l'arrivo della notte. La scena si svolge in una sera di giugno, dopo la pioggia al crepuscolo; questo è per l'autore un momento di passaggio e metamorfosi carico di attesa suggestione (cfr. ALVINO, 1998, p. 47). Il tema centrale della poesia è appunto la metamorfosi che investe il paesaggio, il quale perde progressivamente ogni aspetto realistico e assume sembianze umane. A questo tema corrisponde in modo speculare la metamorfosi dell'uomo che proietta se stesso nel mondo esterno.
La sera è un tema ricorrente tra i poeti e viene ripreso da D'Annunzio in questa poesia: la sera è per il poeta il momento magico in cui il paesaggio con le colline di Fiesole si trasforma agli occhi di chi lo contempla, perdendo i propri caratteri e assumendo le sembianze di una donna (cfr. GAVAZZENI, 1980, p. 220).
Nella prima strofa il tema centrale è il sorgere della luna che non viene descritto in senso vero e proprio, ma viene descritto invece il momento magico e sospeso che lo precede.
Nella seconda strofa comincia a crescere l'attenzione per il suono delle parole, che sono scelte per la loro musicalità. Qui il poeta insiste sull'idea dell'acqua e sul passaggio tra la primavera e l'estate.
Nella terza strofa si giunge all'esaltazione dell'irrazionale: si crea una dimensione in cui le parole non servono a denotare ma ad evocare (cfr. ANSELMI, 2004, p. 399).
Nota metrica: tre strofe di quattordici versi: endecasillabi, novenari, settenari e quinari senza schema fisso. Tutte le strofe sono seguite da un'antifona di tre versi: un endecasillabo, un ipermetro (in questo caso un ternario+un dodecasillabo) e un quinario. Le tre antifone di lode, distinte dal vocativo in apertura del secondo verso, sono dedicate alla sera e al suo tramutarsi in donna. Tipica di D'Annunzio è la sostituzione della rima con l'assonanza, nonché la sostanziale equivalenza di versi endecasillabi e ipermetri, coerentemente con i principi della metrica greca antica cui il poeta attinge.
LA SERA FIESOLANA | |
15 |
1. Fresche le mie parole ne la sera Laudata sii pel tuo viso di perla, |
|
2. Dolci le mie parole ne la sera Laudata sii per le tue vesti aulenti, |
35 50 |
3. Io ti dirò verso quali reami Laudata sii per la tua pura morte, |
Per approfondire |
• La sera fiesolana = da Treccani.it, Una poesia al giorno (scheda)
• G. D'Annunzio da Alcyone La sera fiesolana = da Balbruno (scheda)
• D'Annunzio, "La sera fiesolana": parafrasi del testo = da Oilproject (scheda)
• "La sera fiesolana" di Gabriele D'Annunzio: riassunto e commento = da Oilproject (scheda)