Manzoni, "Dagli atri muscosi"
- Dettagli
- Categoria: Programma di 5ª
- Ultima modifica il Venerdì, 13 Dicembre 2013 00:27
- Pubblicato Giovedì, 12 Dicembre 2013 17:25
- Scritto da quomodo
- Visite: 4722
Manzoni: un volgo disperso repente si desta
Coro per l’invasione dei Franchi
Alessandro Manzoni (1785-1873)
da Adelchi, atto iii scena ix (1822)
Nota metrica. Sestine di doppi senari, con rime AAB CCB (B è tronca).
|
|
CORO |
|
|
|
1. Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti, Dai boschi, dall’arse fucine stridenti, Dai solchi bagnati di servo sudor, Un volgo disperso repente si desta; Intende l’orecchio, solleva la testa Percosso da novo crescente romor. |
|
|
|
2. Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti, Qual raggio di sole da nuvoli folti, Traluce de’ padri la fiera virtù: Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto Si mesce e discorda lo spregio sofferto Col misero orgoglio d’un tempo che fu. |
|
15 |
3. S’aduna voglioso, si sperde tremante, Per torti sentieri, con passo vagante, Fra tema e desire, s’avanza e ristà; E adocchia e rimira scorata e confusa De’ crudi signori la turba diffusa, Che fugge dai brandi, che sosta non ha. |
|
20 |
4. Ansanti li vede, quai trepide fere, Irsuti per tema le fulve criniere, Le note latebre del covo cercar; E quivi, deposta l’usata minaccia, Le donne superbe, con pallida faccia, I figli pensosi pensose guatar. |
|
| 25 30 |
5. E sopra i fuggenti, con avido brando, Quai cani disciolti, correndo, frugando, Da ritta, da manca, guerrieri venir: Li vede, e rapito d’ignoto contento, Con l’agile speme precorre l’evento, E sogna la fine del duro servir. |
|
35 |
6. Udite! Quei forti che tengono il campo, Che ai vostri tiranni precludon lo scampo, Son giunti da lunge, per aspri sentier: Sospeser le gioie dei prandi festosi, Assursero in fretta dai blandi riposi, Chiamati repente da squillo guerrier. |
|
40 |
7. Lasciar nelle sale del tetto natio Le donne accorate, tornanti all’addio, A preghi e consigli che il pianto troncò: Han carca la fronte de’ pesti cimieri, Han poste le selle sui bruni corsieri, Volaron sul ponte che cupo sonò. |
|
45 |
8. A torme, di terra passarono in terra, Cantando giulive canzoni di guerra, Ma i dolci castelli pensando nel cor: Per valli petrose, per balzi dirotti, Vegliaron nell’arme le gelide notti, Membrando i fidati colloqui d’amor. |
|
50 |
9. Gli oscuri perigli di stanze incresciose, Per greppi senz’orma le corse affannose, Il rigido impero, le fami durâr; Si vider le lance calate sui petti, A canto agli scudi, rasente agli elmetti, Udiron le frecce fischiando volar. |
|
|
55 |
10. E il premio sperato, promesso a quei forti, Sarebbe, o delusi, rivolger le sorti, D’un volgo straniero por fine al dolor? Tornate alle vostre superbe ruine, All’opere imbelli dell’arse officine, Ai solchi bagnati di servo sudor. |
|
65 |
11. Il forte si mesce col vinto nemico, Col novo signore rimane l’antico; L’un popolo e l’altro sul collo vi sta. Dividono i servi, dividon gli armenti; Si posano insieme sui campi cruenti D’un volgo disperso che nome non ha. |
| Per approfondire |
• Presentazione della tragedia, da Wikipedia
• Parafrasi e commento 1ª parte, scheda da Oilproject.org
• Parafrasi e commento 2ª parte, videolezione da Oilproject.org
• Scheda sul coro iii atto, pagina di antologia da Online.Scuola.Zanichelli.it
• Esercizio sul coro atto iii, verifica da Oilproject.org