Manzoni, "Sparsa le trecce morbide"
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- Categoria: Programma di 5ª
- Ultima modifica il Giovedì, 12 Dicembre 2013 23:35
- Pubblicato Giovedì, 12 Dicembre 2013 17:25
- Scritto da quomodo
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Manzoni: alle incolpate ceneri nessuno insulterà
Coro per la morte di Ermengarda
Alessandro Manzoni (1785-1873)
da Adelchi, atto iv scena i (1821)
Nota metrica. Sestine di settenari sdruccioli (vv. dispari), piani in rima (2° e 4°), e tronchi (6°) in rima con il 6° della stanza successiva; rime abcbdx.
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CORO |
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1. Sparsa le trecce morbide Sull’affannoso petto, Lenta le palme, e rorida Di morte il bianco aspetto, Giace la pia, col tremolo Sguardo cercando il ciel. |
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2. Cessa il compianto: unanime S’innalza una preghiera: Calata in su la gelida Fronte, una man leggiera Sulla pupilla cerula Stende l’estremo vel. |
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3. Sgombra, o gentil, dall’ansia Mente i terrestri ardori; Leva all’Eterno un candido Pensier d’offerta, e muori: Fuor della vita è il termine Del lungo tuo martir. |
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4. Tal della mesta, immobile Era quaggiuso il fato: Sempre un obblio di chiedere Che le saria negato; E al Dio de’ santi ascendere Santa del suo patir. |
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5. Ahi! nelle insonni tenebre, Pei claustri solitari, Tra il canto delle vergini, Ai supplicati altari, Sempre al pensier tornavano Gl’irrevocati dì; |
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6. Quando ancor cara, improvida D’un avvenir mal fido, Ebbra spirò le vivide Aure del Franco lido, E tra le nuore Saliche Invidiata uscì: |
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7. Quando da un poggio aereo, Il biondo crin gemmata, Vedea nel pian discorrere La caccia affaccendata, E sulle sciolte redini Chino il chiomato sir; |
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8. E dietro a lui la furia De’ corridor fumanti; E lo sbandarsi, e il rapido Redir de’ veltri ansanti; E dai tentati triboli L’irto cinghiale uscir; |
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9. E la battuta polvere Riga di sangue, colto Dal regio stral: la tenera Alle donzelle il volto Volgea repente, pallida D’amabile terror. |
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10. Oh Mosa errante! oh tepidi Lavacri d’Aquisgrano! Ove, deposta l’orrida Maglia, il guerrier sovrano Scendea del campo a tergere Il nobile sudor! |
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11. Come rugiada al cespite Dell’erba inaridita, Fresca negli arsi calami Fa rifluir la vita, Che verdi ancor risorgono Nel temperato albor; |
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12. Tale al pensier, cui l’empia Virtù d’amor fatica, Discende il refrigerio D’una parola amica, E il cor diverte ai placidi Gaudii d’un altro amor. |
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13. Ma come il sol che, reduce, L’erta infocata ascende, E con la vampa assidua L’immobil aura incende, Risorti appena i gracili Steli riarde al suol; |
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14. Ratto così dal tenue Obblio torna immortale L’amor sopito, e l’anima Impaurita assale, E le sviate immagini Richiama al noto duol. |
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15. Sgombra, o gentil, dall’ansia Mente i terrestri ardori; Leva all’Eterno un candido Pensier d’offerta, e muori: Nel suol che dee la tenera Tua spoglia ricoprir, |
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16. Altre infelici dormono, Che il duol consunse; orbate Spose dal brando, e vergini Indarno fidanzate; Madri che i nati videro Trafitti impallidir. |
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17. Te, dalla rea progenie Degli oppressor discesa, Cui fu prodezza il numero, Cui fu ragion l’offesa, E dritto il sangue, e gloria Il non aver pietà, |
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18. Te collocò la provida Sventura in fra gli oppressi: Muori compianta e placida; Scendi a dormir con essi: Alle incolpate ceneri Nessuno insulterà. |
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19. Muori; e la faccia esanime Si ricomponga in pace; Com’era allor che improvida D’un avvenir fallace, Lievi pensier virginei Solo pingea. Così |
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20. Dalle squarciate nuvole Si svolge il sol cadente, E, dietro il monte, imporpora Il trepido occidente; Al pio colono augurio Di più sereno dì. |
Per approfondire |
• Introduzione all'Adelchi, da Wikipedia
• Parafrasi e commento della morte di Ermengarda, scheda da Oilproject.org
• Commento del coro, videolezione da Oilproject.org