Noi non sappiamo davvero chi siamo, cosa determina le nostre azioni, perché facciamo una cosa anziché un’altra. Cosa ci muove: una scelta, un dio, una predestinazione, il caso o magari tutte queste cose insieme? Sappiamo solo che siamo creature precarie ed effimere, e ciò dona alla nostra esistenza una struggente e dolorosa bellezza.
Giorgio Ieranò (storico del teatro),
Giornale di Brescia, 28.06.2010, p. 13