I politici sono sempre lì, con la loro terra tolemaica, al centro dell’universo. Nella poesia avviene il contrario: essa è sempre tormentata dalla sua inadeguatezza. È un parlare, con il dubbio che parlare non serva a nulla. È una musica fatta solo sulle parole, che non disturba nessuno. E continua, non per un autoinganno, ma come confronto, giorno per giorno, con l’assurdo che ci circonda.
Andrea Zanzotto
Giornale di Brescia, 19.10.2011, p. 50