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La forza della parola

Joseph Conrad, dalle Memorie

Vedete la forza di una parola: chiunque voglia convincere qualcuno, dovrebbe affidarsi non tanto a una giusta argomentazione, quanto alla parola giusta. Il potere del suono è da sempre superiore a quello del significato. E non lo dico in senso spregiativo: è meglio che il genere umano sia più impressionabile che riflessivo. Niente di umanamente grandioso, e intendo qualcosa di tanto grandioso da coinvolgere intere moltitudini di vite, è mai venuto dalla riflessione.

D’altra parte, risulta subito evidente il potere di certe semplici parole: parole come gloria, ad esempio, pietà, per non citarne altre. Comunque non sono difficili da trovare. Gridate con perseveranza, con ardore, con convinzione, queste due sole, con il loro semplice suono, hanno messo in moto intere nazioni e rivoltato il terreno secco e duro su cui si fonda il nostro intero tessuto sociale. Ecco un’altra bella parola: virtù. Ovviamente bisogna fare attenzione all’intonazione, alla giusta intonazione: è molto importante, con polmoni possenti e il vibrare tenero o risonante delle corde vocali. E non venite a parlarmi di Archimede, con la sua leva. Con tutto il rispetto per le applicazioni della matematica, non mi interessa la meccanica. Datemi la parola giusta, con la giusta intonazione, e solleverò il mondo.

Che sogno per uno scrittore, perché anche le parole scritte hanno una giusta intonazione. E sì, lasciate solo che trovi la parola giusta: di sicuro si nasconde da qualche parte, tra i rottami di tutte le voci, di lamentele, d’esultanze riversate a profusione, fin dal primo giorno in cui la speranza immortale è scesa su questa terra. Potrebbe essere qui, vicinissima, ignorata, invisibile, proprio a portata di mano. Credo che esistano uomini capaci di trovare un ago nel pagliaio al primo colpo. Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto questa fortuna.