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lipogramma

Un lipogràmma è un gioco linguistico che consiste nel costruire un testo in cui non si può usare una o più determinate lettere dell’alfabeto (lipogramma in -a- significa che il testo non deve contenere nessuna -a-; lipogramma in -z- che non conterrà nessuna -z-, ecc.). In pratica, si riscrive un qualsiasi testo, sostituendo ogni parola che contiene la lettera o le lettere proibite con un sinonimo o una perifrasi che non le contiene.

Sul piano letterario, a parte le esperienze dell’antichità, gli esempi moderni più famosi sono in francese i romanzi di G. Perec, La Disparition, che è un lipogramma in -e-, o Les Revenentes, in cui all’opposto l’autore non usa nessuna vocale tranne la -e-. In italiano sono notevoli i lipogrammi burleschi di U. Eco. 

 


Per approfondire

• Umberto ECO, 1983, da Raymond QUENEAU, 1947, Esercizi di stile, Torino, Einaudi, pp. 162-165

Lipogramma in -a-
Un giorno, mezzogiorno, sezione posteriore di un bus S, vedo un tizio, collo troppo lungo e coso floscio sul cucuzzolo, con un tessuto torticoloso. Costui insultò il suo vicino dicendo che di proposito gli premesse sul piede, ogni momento che un cliente del mezzo venisse su o giú.
Poi si fece silente e occupò un posto libero.
Lo rividi, un tempo di poi, nel luogo dei treni che si vuole rechi il nome di un uomo pio, con un sempronio che gli dice di mettere piú in su il bottone del suo vestito d’inverno.

Lipogramma in -e-
Un giorno, diciamo dodici in punto, sulla piattaforma di coda di un autobus S, vidi un giovanotto dal collo troppo lungo: indossava un copricapo circondato da un gallon tutto intorcicolato. Costui apostrofò il suo vicino urlando: « tu di tua volontà mi schiacci quanto la scarpa si vuol copra, ad ogni monta o dismonta di qualcuno! » Poi non parla piú, occupando un posto non occupato.
Non molti minuti di poi, scorgo colui al luogo di raduno di molti vagoni, parlando con un amico il qual gli intima di spostar un poco il botton di un suo soprabito.

Lipogramma in -i-
Una volta, al tocco, sull’esterno d’un autobus S, ecco che vedo un ometto dal collo troppo lungo, e un cappello dal gallone attorcolato. Esso apostrofa un compagno e afferma che l’altro pesterebbe le sue scarpe a qualunque arresto dell’automotore. Ma stanco dopo tace, e occupa un posto non lontano, e vuoto d’altro occupante.
Lo vedo ancora al luogo donde parte qualunque treno, luogo devoto al Santo Lazzaro. L con un sodale che blatera acché quello metta all’opera lo spostamento d’un bottone del suo paltò.

Lipogramma in -o-
Un bel dí, alle undici piú che passate, diversamente che sul davanti di una vettura della linea S, guarda guarda un gagà, quasi una giraffa, che ha sulla testa una faccenda tutta intrecciata. Ululante, il cretinetti dice a un passeggiere che gli pesta i piedi a ciascuna fermata. Ma repentinamente smette e va a cadere su un sedile che sta piú in là, senza che altri vi sieda.
Per pura alea, minuti e minuti piú tardi, il gagà di prima è alla partenza dei treni (Saint-Lazare), e un tale gli dice di far risalire una delle chiusure della sua veste invernale.

Lipogramma in -u-
Era mezzogiorno, e sopra la piattaforma posteriore del veicolo collettivo di linea S vedo il giovinotto: collo non certo corto, cappello con cordicella intrecciata. Egli apostrofa il vicino dicendo che gli pesta i piedi ad ogni fermata e ad ogni discesa di passeggero. Poi si calma, tace, e va a prendere il posto che si è appena appena liberato.
Non molto tempo dopo lo rivedo alla stazione Saint-Lazare, che parla con altro amico della stessa pasta, che gli consiglia di far risalire il bottone del soprabito.