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aria

Forma musicale principalmente vocale di tipo strofico, articolata in diverse parti, di solito per voce solista accompagnata da uno o più strumenti. In quanto forma, si può applicare anche a un brano per due esecutori (duetto), per tre (trio o terzetto), o più (quartetto, quintetto, sestetto, settiminio, ottetto, nonetto, decimino), benché il maggior numero di voci ovviamente comporti una complessità e lunghezza sempre maggiori della struttura del brano).

Nell’ambito del teatro musicale (e della cantata profana o sacra) l’aria assume il ruolo di esprimere la massima tensione contemplativa e affettiva, che la contrappone direttamente al recitativo, tipico invece del momento narrativo del dramma.

Dal punto di vista strutturale l’aria può tradizionalmente presentarsi in due forme:

bipartita (‘alla francese’): AA', dove la prima parte si ripete più o meno variata; oppure AB, con la seconda parte musicalmente differente dalla prima, conservando il medesimo carattere (sviluppo), o cambiandolo nettamente (contrasto);
tripartita (col da capo, ‘all’italiana’): ABA', in cui la seconda sezione può essere costruita per sviluppo o per contrasto, e dopo la seconda sezione si ripete di nuovo la prima, di solito con libere variazioni dell’esecutore.

Storicamente queste strutture si affermarono dapprima nel melodramma italiano, e poi in altri generi con esso collegati (cantata, opera buffa, oratorio, messa, ecc.), a volte persino strumentali, al punto che nel primo ‘700 molte forme musicali divennero sostanzialmente delle sequenze di arie.

La struttura di base dell’aria persistette anche dopo la riforma gluckiana e per tutto l’800, con alcune varianti da essa derivate:

cantabile: aria di carattere nettamente melodico, che si mantiene nell’ambito medio di un registro vocale, evitando intervalli difficili e successioni rapide di note, di solito seguita da una cabaletta;
cabaletta: seconda aria in tempo veloce e di carattere virtuosistico (coloratura), che segue alla prima aria cantabile, più lenta e moderata;
cavatina: aria brillante e leggera, in una o due sezioni senza da capo, usata di solito (ma non solo) come prima presentazione di personaggi;
romanza: melodia di forte espansione lirica e di forma tendenzialmente aperta,
affine all’arioso.