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ciaccona

La ciaccóna è inizialmente (sec. XVI) una danza vivace, forse di origine spagnola o sudamericana.

Diffusa ben presto in Europa, divenne in Francia nel ‘600 una danza di corte lenta e solenne in tempo ternario (sul modello della sarabanda), costituita da numerose variazioni (spesso improvvisative) sopra una breve linea di basso ostinato; fu introdotta così nel balletto e nell’opera francese, nel melodramma veneziano, e soprattutto nella suite strumentale.

È del tutto affine alla passacaglia, da cui difficilmente si distingue. C’è chi sostiene che la differenza starebbe nel fatto che nella ciaccona il basso ostinato procede sistematicamente dalla tonica alla dominante (primo-quinto grado della scala) e non passa alle altre voci, ma l’affermazione è facilmente confutabile.

 


Per approfondire

Alberto BASSO, 1979, Frau Musika. La vita e le opere di J. S. Bach, Torino, EDT, vol. I, p. 500

«Culmine della creazione organistica [di J.S. Bach] di Weimar è la Passacaglia, che per similitudine formale viene spesso accostata, in un ipotetico dittico, alla Ciaccona con cui si chiude la Partita II per violino solo, BWV 1004. L'accostamento è determinato dal principio sul quale le due composizioni si fondano, la ciaccona e la passacaglia essendo entrambe danze costruite in stile di variazione sopra un tema ostinato, ma con differenze di impostazione che, per altro, non paiono regolate da norme fisse. Il Mattheson (Der Volkommene Kapellmeister, 1739) poneva l'elemento dissociante nella tonalità, avvertendo che nella passacaglia s'impiega la tonalità minore, mentre nella ciaccona si utilizza quella maggiore (ma la Ciaccona di Bach sta proprio a fornire il più qualificato esempio di composizione di questo tipo adottando il modo minore!). Altri teorici vorrebbero individuare la differenza nel fatto che il tema ostinato nella passacaglia può essere trasposto. E a questa tesi se ne aggiunge un'altra che considera il tema della ciaccona come una semplice successione di accordi che costituiscono la base armonica per ognuna delle variazioni, mentre quello della passacaglia funge da elemento motore per lo sviluppo delle singole variazioni. Certo è che, ad ogni modo, il termine passacaglia rende meglio l'idea di movimento insita nella forma, derivando dallo spagnolo pasacalle (= pasar una calle, camminar per la strada). L'andamento è lento (come già sottolineava Walther, 1732), processionale, solenne.»