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ouverture

L’ouverture (in francese ‘apertura’) è una composizione che ha funzione di introduzione all’inizio di opere musicali strmentali e vocali di vario genere, solitamente destinate al teatro o alla danza.

Nel corso della storia musicale l’ouverture ha assunto varie forme e caratteri, senza mai perdere però la sua principale funzione introduttiva. La si ritrova principalmente, fin dall’inizio del ‘600, già col suo nome proprio, nei balletti della corte francese; ma non si può trascurare che anche nel melodramma italiano il brano strumentale che veniva premesso alla rappresentazione, pur con varie denominazioni (sinfonia, sonata, canzone, toccata), aveva la precisa funzione che sarà della ouverture. Si constituirono così due tipi distinti di ouverture, ciascuno con specifici caratteri che lo rendono chiaramente riconoscibile:

ouverture francese: fissata da Jean-Baptiste Lully (compositore di corte di Luigi XIV, di origini italiane), è destinata soprattutto a spettacoli di danza, e presenta una struttura sostanzialmente bipartita ‘lento - veloce’. La prima parte è scandita, pomposa e processionale, caratterizzata da un ritmo puntato (saccadé) e un andamento omoritmico (originariamente accompagnava l’ingresso del principe alla festa); la seconda parte è più veloce e mossa, fondata su intrecci imitativi (a volte veri e propri fugati o fughe); talvolta – ma non è obbligatorio – dopo la seconda parte si ripete la prima (‘da capo’), identica o modificata. La sequenza di danze (suite) che di solito la seguiva, in qualche caso prendeva essa stessa nell’insieme il nome di ouverture (così ad. es. le quattro suite orchestrali di Bach).

ouverture italiana: affermata anzitutto nell’opera napoletana, ed estesa poi anche a quella veneziana, serve ad aprire uno spettacolo di teatro musicale (opera seria o buffa), e consiste di una struttura tripartita ‘veloce - lento - veloce’. Inizia con un tempo allegro (che a volte esordisce con ritmi perentori e sonorità potenti, per richiamare il pubblico all’attenzione), cui segue un movimento moderato o lento, e si conclude con un nuovo allegro, spesso di carattere danzante. Di solito possiede una spiccata autonomia rispetto all’opera che introduce, al punto da poter essere adattata tale e quale a lavori diversi, o anche eseguita in forma isolata. In ogni caso, questo tipo di struttura avrà moltissima fortuna nella storia della musica strumentale da concerto, a partire dal cosiddetto concerto ‘alla maniera veneziana’ o ‘vivaldiana’.

Nel corso del ‘700 l’ouverture operistica acquistò caratteri formali più specifici, assumendo in genere la ►forma sonata e venendo sempre più strettamente legata al contesto della preciso melodramma cui era preposta, finché, soprattutto nell‘800, divenne l‘occasione per una libera presentazione rapsodica dei temi principali dell‘opera stessa.