haiku - tanka

Categoria: Metrica
Ultima modifica il Giovedì, 28 Febbraio 2013 12:30
Pubblicato Giovedì, 28 Febbraio 2013 12:20
Scritto da quomodo
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Chi crede che i messaggini di 140-150 caratteri e le abbreviazioni inventate per gli sms o i twitter siano una trovata della società tecnologica digitale, si sbaglia grossolanamente.

Nella pratica della scrittura europea medievale (specie nei secoli XIII-XVI) era diffusissima l’usanza di abbreviare il maggior numero di parole possibile, in pratica quasi tutte, al punto che oggi è molto difficile interpretare i manoscritti di quell’epoca per chi non abbia una solida formazione nella paleografia latina (ossia nello studio delle antiche scritture e abbreviazioni in caratteri latini).

Ma anche nella poesia giapponese (a partire dal secolo V d.C. fino a oggi) esistono forme di componimenti brevissimi, come ad esempio:

tanka (= poesia breve): poesia di 5 versi, per complessive 31 sillabe (5+7+5 | 7+7).

haiku (derivato dalla prima sezione del tanka): poesia di 3 versi, per complessive 17 sillabe (5+7+5).

Quindi niente di nuovo sotto il sole.

Tutti certo ricordano le nostre frequenti discussioni sul fatto che:
a) non esiste una comunicazione con le regole e una senza le regole, ma se mai persone che comunicano conoscendo le regole che applicano, e persone che, credendo di non usare regole, in realtà semplicemente non sanno quali regole seguono;
b) ogni atto comunicativo ha le sue regole che, per essere utili ed efficienti, devono essere coerenti e funzionali al tipo di comunicazione che si vuole ottenere.

 


Per approfondire

haiku (Wikipedia), con esempi
tanka (Wikipedia)

 

Esercizi

Si può anche pensare alla possibilità di affrontare il problema della micro-composizione fortemente regolamentata in forma di gioco: creare dei tanka o haiku, o addirittura (come qualcuno ha già tentato) romanzi in 150 caratteri (consentite le abbreviazioni).