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tautologia

Si chiama tautologia (dal greco, nel senso di ‘lo stesso pensiero’ o ‘la stessa parola’) una proposizione in cui il predicato esprime, con parole uguali o simili, la stessa cosa già espressa dal soggetto (es. un’ellisse è una forma ellittica).

Il problema della tautologia, quindi, soprattutto nel caso delle definizioni, consiste essenzialmente nel fatto che da un lato è sempre vera (chi negherebbe che sia assolutamente vero che “un tavolo è un tavolo” e “una sedia è una sedia”?), ma dall’altro non offre nessuna nuova informazione che non fosse già presente prima della proposizione. Pertanto, chi sapeva già cosa sia l’oggetto di cui si parla, lo sapeva anche senza la definizione tautologica; chi invece non lo sapeva, continuerà a non saperlo anche dopo di essa. Dal punto di vista del destinatario, chi sente una definizione tautologica, continuerà a non sapere se colui che l’ha pronunciata conosce o non conosce l’oggetto di cui sta parlando.

Quindi la tautologia è una affermazione sempre vera, ma anche sempre inutile, sia al mittente che al destinatario.

Una argomentazione tautologica (argomento tautologico) è un ragionamento costituito o basato su una tautologia (es.: è così perché è così e non può essere altro che così; io sono felice quando sono felice, e sono triste quando sono triste; sono d’accordo con te, perché la penso esattamente allo stesso modo).

Avrete notato che la definizione precedente è in sé un argomento tautologico (“una argomentazione tautologica è basata su una tautologia”): la differenza però è che in questo caso tale argomentazione segue una definizione non tautologica della tautologia, e quindi il destinatario attento, anche se all’inizio non sapeva cosa significa tautologia, a questo punto ormai lo sa, e quindi il mittente può tranquillamente usare quel termine per allargare l’orizzonte del ragionamento.

Per ovviare tecnicamente alle tautologie, occorre avere attenzione a non usare mai come predicato di una definizione la stessa parola del soggetto (un quadrato è un quadrato; un uomo è un uomo), ma anche parole che le siano connesse etimologicamente (un quadrilatero ha quattro lati; un uomo è un essere umano).

Nelle argomentazioni tautologiche occorre invece aver cura di dare sempre prima una definizione non tautologica dei termini e degli oggetti di cui si potrà parlare in seguito, anche in forma apparentemente tautologica.

 


Esempi

• mi trovo d’accordo con X, perché la penso esattamente come lui

Ho già fatto un esempio di argomentazione tautologica nella scheda dell’abstract:

« Lo scopo di questa tesina, come da mandato, è quello di organizzare un discorso intorno al concetto x, nella letteratura y dell’epoca z, tramite la scelta di alcune opere in poesia o in prosa di autori di quel periodo, contenenti quel concetto. Il lavoro si articola in tre fasi: l’analisi dei testi, nella quale ho analizzato ciascun testo; il confronto fra i testi, svolto confrontando tra loro uguaglianze e differenze dei testi; e infine la contestualizzazione, in cui ho inserito i testi scelti nel contesto dell’epoca e della letteratura cui appartengono. »

Chiunque capisce come questo testo sia del tutto tautologico (“la scelta sceglie... l’analisi analizza... il confronto confronta... la contestualizzazione contestualizza”) e pleonastico (ridice pedissequamente il mandato, che è già noto al lettore fin dal principio, senza fornire alcuna informazione vera sul contenuto del lavoro svolto).