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Stravinskij, "Oedipus rex"

Igor Stravinskij (1882-1971)

ŒDIPUS REX

Opera-oratorio in due atti

Libretto di Jean Cocteau (1889-1963), tradotto in latino da Jean Daniélou (1905-1974), dalla tragedia di Sofocle (496-406 a.C.)

Prima rappresentazione (diretta dall'autore): Parigi, Thèatre Sarah Bernhardt, 30 maggio 1927.

 

INDICAZIONI SCENICHE IN PREMESSA ALLA PARTITURA

Questa decorazione presenta il vantaggio di non avere profondità. Questo evita che le voci si disperdano. Tutto avviene in primo piano. La scena del primo atto è soleggiata, blu, decorata con tende bianche. Il secondo atto ha la stessa scena, eccetto per il cambio di fondale e l'assenza di tendaggi. Il nuovo fondale è nero. L'acropoli, che è stata leggermente disegnata con il gesso nel fondale del primo atto, e che appare sulla tenda che serve a coprire Creonte, si ritrova di nuovo sulla tenda del secondo atto. Per l'ingresso dei personaggi si faccia riferimento alla partitura. Eccetto per Tiresia, il pastore e il messaggero, i personaggi abitano i loro costumi costruiti e le loro maschere. Essi muovono solo le loro braccia e la loro testa. Devono sembrare statue viventi. La sparizione e riapparizione di Edipo del secondo atto avvenga lentamente, sul posto, da una botola, come in una scena incantanta. Quando Edipo riapparirà, porterà un'altra maschera, indicante la sua punizione: egli è cieco. Giocasta rimane sul balcone, tra le colonne. Una tenda, indicata sulla piantina con una linea tratteggiata, la copre e la scopre. Dopo la sua scomparsa, la nicchia  resta vuota, finché, nella stessa  nicchia, non compare il Messaggero che dice “LA TESTA DIVINA DI GIOCASTA-EDIPO È MORTA”. Lui porta una lunga tromba doppia che avvicina alla bocca prima di cantare e durante le “fanfare” che si intercalano al testo del Narratore. Creonte appare sulla sommità della roccia. Una tenda (indicata nella piantina con una linea tratteggiata), si apre per scoprirlo vicino al suo carro e al suo cavallo, disegnati su una tela (come l'acropoli). Rimane lì fino alla fine del primo atto. Tiresia è lo spirito della verità, lo spirito della fonte della verità.Notte fonda. Le rocce sotto Creonte sono illuminate. Si aprono e mostrano una grotta. Da questa grotta appare Tiresia, una vaga statua coperta di veli che gli fluttuano attorno, e che seguono ovunque il veggente. Dopo che ha cantato, Tiresia rientra nelal grotta. La roccia si chiude e riappare la luce. Il Pastore porta un giovane vitello intorno al collo. Il vitello, la maschera e il costume formano una sola copertura che nasconde il cantante e che lascia vedere solo le braccia e le gambe. Il pastore entra da sinistra e canta ai piedi dei gradini in cima ai quali è collocato Edipo. Lo stesso vale per il Messaggero, che si muove e termina il suo ruolo nel balcone di Giocasta. Il coro, in primo piano, si cela dentro una sorta di basso rilievo, in tre livelli di gradini, formato da un drappeggio scolpito, che non lascia vedere che le figure dei coristi. Lo Speaker è in abito nero. Entra dalla quinta di sinistra e avanza sul proscenio. Se ne va dopo che ha parlato. Si presenta come un conferenziere, parlando con voce distaccata. 

 

Personaggi

ŒDIPUS, tenore
IOCASTA, mezzo-soprano
CREON, baritono
TIRESIAS, basso
PASTOR, tenore
NUNTIUS, basso-baritono
NARRATORE, lettore
CORO di TEBANI

 

PROLOGUE

1

PROLOGO

1

NARRATEUR
Spectateurs! Vous allez entendre une version latine d’Œdipe-Roi. Afin de vous épargner tout effort d’oreille et de mémoire et comme l’opéra-oratorio ne conserve des scènes qu’un certain aspect monumental, je vous rappellerai, au fur et à mesure, le drame de Sophocle.
Sans le savoir, Œdipe est aux prises avec les forces qui nous surveillent de l’autre côté de la mort. Elles lui tendent, depuis sa naissance, un piège que vous allez voir se fermer là.
Voici le drame: Thèbes se démoralise. Après le Sphinx, la peste. Le Choeur supplie Œdipe de sauver sa ville. Œdipe a vaincu le Sphinx; il promet.

NARRATORE
Spettatori: state per ascoltare una versione in latino di Edipo Re. Per evitare di affaticarvi l'udito e la memoria e poiché nell'opera oratorio le scene sono fissate in una certa monumentalità, io discretamente vi anticiperò i momenti salienti del dramma di Sofocle.
Senza esserne cosciente Edipo è alle prese col volere imperscrutabile ed arbitrario degli dei che fin dalla nascita gli tendono un laccio che voi qui vedrete stringersi inesorabilmente.
Ecco il dramma: la città, di Tebe è malata, spaventata. Dopo la Sfinge, la peste. Il coro supplica Edipo, di salvare la sua città. Edipo, colui che ha vinto la Sfinge, promette.

PREMIER ACTE ATTO PRIMO

CHORUS
Kaedit nos pestis,
Theba peste moritur.
E peste serva nos,
qua Theba moritur.
Œdipus, adest pestis,
E peste libera urbem,
Urbem serva morientem.

CORO
Ci uccide la, peste,
di peste, Tebe muore.
Dalla peste salvaci
di cui Tebe muore.
C'è la peste, Edipo;
dalla peste libera la città,
salva la città che muore.

ŒDIPUS
Liberi, vos liberabo a peste.
Ego, clarissimus Œdipus, vos diligo.
Eg’ Œdipus vos servabo.

CHORUS
Serva, nos adhuc,
serva urbem, Œdipus;
serva nos clarissime Œdipus!
Quid fakiendum, Œdipus,
Ut liberemur?

ŒDIPUS
Uxoris frater mittitur,
Oraculum consulit,
Deo mittitur Creo;
Oraculum consulit,
Quid fakiendum consulit.
Creo ne commoretur.

(Créon arrive)

 

EDIPO (aria e coro)
Figli, vi libererò dalla peste.
Io, l'illustre Edipo vi amo,
io, Edipo, vi salverò.

CORO
Salvaci ancora,
salva la città, Edipo;
salvaci, famosissimo Edipo!
Che fare, Edipo,
per essere liberati?

EDIPO
Fu inviato il fratello di mia moglie
a consultare l'oracolo,
al dio Creante fu inviato;
consulta l'oracolo,
chiede che fare.
Che Creante non indugi.

(compare Creonte)

 

CHORUS
Vale, Creo! Audimus.
Vale, Creo! Kito, kito!
Audituri te salutant.

CORO
Salve Creante ti ascoltiamo
Salve Creante! Presto, presto,
pronti a udirti ti salutiamo.

NARRATEUR
Voici, Créon, beau-frère d’Œdipe.
Il revient de consulter l’oracle.

L’oracle exige qu’on punisse le meurtre de Laius. L’assassin se cache dans Thèbes, il faut le découvrir coûte que coûte.
Œdipe se vante de son adresse à deviner les énigmes.
Il découvrira et chassera l’assassin.

NARRATORE
Ecco Creonte, cognato di Edipo.

Creonte torna in città dopo aver consultato l'oracolo.
L'oracolo esige che sia, vendicata, l'uccisione di Laio e l'oracolo rivela che l'assassino si nasconde in Tebe. Ad ogni costo bisogna scoprirlo.
Edipo si vanta della sua abilità nello sciogliere gli enigmi.
Egli scoprirà e scaccerà l'assassino.

CREO
Respondit deus:

“Laium ulkiski,
skelus ulkiski;
Reperire peremptorem.
Thebis peremptor latet.
Latet peremptor regis,
Reperire opus istum.
Luere Thebas,
Thebas a labe luere.

Kaedem regis ulkiski,
Regis Laii perempti.
Thebis peremptor latet.
Opus istum reperire,
Quem depelli deus jubet.
Jubet deus peremptorem depelli.

Peste inficit Thebas.”
Apollo dixit deus.

CREONTE (aria)
Rispose il dio:

“Vendicare Laio,
vendicare il delitto;
trovare l'assassino.
In Tebe si cela l'assassino.
Si nasconde l'assassino del re,
lo si deve trovare,
purificare Tebe,
dall'infame macchia lavare Tebe,
vendicare l'assassino del re,
del re Laio ucciso.
In Tebe si cela l'assassino.
È necessario trovare costui,
che il dio ordina di scacciare.
Ordina il dio di scacciare l'assassino.
Di peste Tebe muore.”
Così disse Apollo, il dio.

ŒDIPUS
Non reperias vetus skelus.

Thebas eruam.
Thebis incolit skelestus.

CHORUS
Deus dixit, tibi dixit.

ŒDIPUS
… tibi dixit.

Mihi debet se dedere.
Opus vos istum deferre.
Thebas eruam.
Thebis pellere istum.
Vetus skelus non reperias.

CHORUS
Thebis skelestus incolit.

ŒDIPUS
Deus dixit...

Sphynga solvi, carmen solvi,
ego divinabo,
iterum divinabo,
clarissimus Œdipus.
Thebas iterum servabo,
Eg’ Œdipus carmen divinabo.

CHORUS
Solve, solve, solve!

ŒDIPUS
Pollikeor divinabo.

CHORUS
Solve, Œdipus, solve!

ŒDIPUS
Clarissimus Œdipus,

Pollikeor divinabo.

EDIPO (aria e coro)
Se non scoprirai l'antico delitto,

metterò Tebe sottosopra.
In Tebe vive lo scellerato.

CORO
(Così) parlò il dio, a te parlò.

EDIPO
A te parlò.

A me deve consegnarsi.
Dovete denunciarlo.
Metterò Tebe sottosopra.
Lo si deve cacciare da Tebe.
Non scoprirai l'antico delitto.

CORO
In Tebe vive lo scellerato.

EDIPO
Parlò il Dio...

Sciolsi l'enigma della Sfinge,
ancora una volta
indovinerò,
io, illustre Edipo,
salverò nuovamente Tebe.
Io, Edipo, indovinerò l'enigma.

CORO
Scioglilo, scioglilo, scioglilo!

EDIPO
Prometto che indovinerò (la verità).

CORO
Scioglilo, Edipo, scioglilo!

EDIPO
Io, l'illustre Edipo,

indovinerò l'enigma.

NARRATEUR
Œdipe interroge la fontaine de vérité: Tirésias, le devin.
Tirésias évite de répondre. Il n’ignore plus qu’Œdipe est joué par les dieux sans coeur.

Ce silence irrite Œdipe. Il accuse Crèon de vouloir le trône et Tirésias d’être son complice. Révolté par cette attitude injuste, Tirésias se décide. La fontaine parle. Voici l’oracle. L’assassin du roi est un roi.

NARRATORE
Edipo interroga la fonte della verità: Tiresia, Tiresia. il vate.

Tiresia sa che ormai gli dei senza cuore si prendono gioco di Edipo ed evita di rispondergli. Questo silenzio irrita Edipo. Egli accusa Creonte di volere il suo trono e Tiresia d'esserne il complice. Sdegnato per questa ingiusta accusa Tiresia si decide a parlare. Ecco l'oracolo: l'assassino del re è un re!

CHORUS
Delie, expectamus,

Minerva, filia Iovis,
Diana in trono insidens,
Et tu, Phaebe
insignis iaculator,
Succurite nobis!
Ut praeceps ales ruit malum
et premitur funere funus
et corporibus corpora inhumata.
Expelle, everte in mare
atrokem istum Martem
Qui nos urit inermis
dementer ululans.
Et tu, Bacche, cum taeda
advola nobis urens infamen
inter deos deum.

(Tirésias arrive)

Salve, Tiresias,
homo clare, vates!
Dic nobis quod monet deus,
dic kito, sacrorum docte, dic!

CORO
Dio di Delo, siamo in attesa,

Minerva, figlia di Giove,
Diana, che siedi sul trono,
e tu Febo,
illustre arciere,
veniteci in aiuto.
Come rapido alato si avventa il morbo
e morte segue incalzando morte,
e corpi si accatastano su corpi insepolti.
Scaccia, respingi nel mare
questo spaventoso flagello,
che ci tormenta senza armi,
con folle ululato.
E tu Bacco, affrettati con la fiaccola
bruciando questo dio
ignobile tra gli dei.

(compare Tiresia)

Salve Tiresia,
uomo illustre, vate,
Dicci ciò che il dio consiglia,
parla presto, tu, che conosci il sacro!

TIRESIAS
Dikere non possum,

dikere non liket,
dickere nefastum;
Œdipus, non possum.
Dikere ne cogas!
Cave ne dicam.!
Clarissime Œdipus,
takere fas.

ŒDIPUS
Takiturnitas t’accusat:

tu peremptor!

TIRESIAS
Miserande, dico,

quod me accusas, dico.
Dicam quod dixit deus;
nullum dictum kelabo.
Inter vos peremptor est,
apud vos peremptor est,
Cum vobis, vobiscum est!
Regis est rex peremptor.
Rex kekidit Laium,
rex kekidit regem.
Deus regem accusat;
peremptor rex!
Opus Thebis pelli regem.
Rex skelestus urbem foedat,
rex peremptor regis est.

TIRESIA (aria)
Non posso parlare

non è lecito parlare,
empio è parlare;
Edipo, non posso.
Non costringermi a parlare,
bada ch'io non parli.
Illustre Edipo,
è doveroso tacere.

EDIPO
Il silenzio ti accusa:

tu sei l'assassino.

TIRESIA
Infelice, parlo.

Poiché mi accusi, parlo.
Dirò ciò che il dio disse;
non un detto nasconderò:
tra voi è l'assassino,
insieme con voi.
Un re è l'assassino del re,
Il re uccise Laio,
Il re uccise il re,
l'assassino è il re!
Bisogna cacciare da Tebe il re.
il dio accusa il re,
Un re colpevole insozza la città,
l'assassino del re è un re.

ŒDIPUS
Invidia fortunam odit.

Creavistis me regem!
Servavit vos carminibus
et creavistis me regem.
Solvendum carmen
cui erat?
Tibi, homo clare, vates;
a me solutum est
et creavistis me regem.
Invidia fortunatam odit.
Nunc vult quidam munus meum.
Creo vult munus regis.
Stipendiarius es, Tiresia!
Hoc fakinus ego solvo!
Creo vult rex fieri.
Quis liberavit vos carminibus?
Amiki, amiki! Eg’ Œdipus clarus, ego.
Invidia fortunam odit.
Volunt regem perire,
vestrum regem perire,
clarum Œdipodem, vestrum regem.

(Jocaste arrive)

EDIPO (aria)
L'invidia odia, la buona sorte.

Mi faceste re.
Vi salvai dagli enigmi
e mi faceste re.
Chi doveva sciogliere l'enigma?
Tu, uomo illustre, vate;
io lo sciolsi
e mi faceste re.
L'invidia odia la buona sorte.
Ora qualcuno vuole il mio posto,
Creonte vuole diventare re.
Prezzolato sei, Tiresia!
Questo delitto sono io che lo svelo!
Creonte vuole diventare re.
Chi vi liberò dagli enigmi?
Amici! Io, l'illustre Edipo, io.
L'invidia odia la buona sorte.
Vogliono mandare in rovina il re,
mandare in rovina il vostro re,
l'illustre Edipo, il vostro re.

(arriva Giocasta)

CHORUS
Gloria!

Laudibus, regina Iocasta
in pestilentibus Thebis.
Laudibus, regina nostra!
Laudibus Œdipus uxor.
Gloria!

CORO
Gloria,

Lodi alla regina Giocasta
In Tebe afflitta dalla peste.
Lodi alla nostra regina.
Lodi alla moglie di Edipo.
Gloria!

DEUXIÈME ACTE

ATTO II

NARRATEUR
La dispute des princes attire Jocaste.
Vous allez l’entendre les calmer, leur faire honte de vociférer dans une ville malade. Elle ne croit pas aux oracles. Elle prouve que les oracles mentent. Par exemple on avait prédit que Laius mourrait par un fils d’elle; or Laius a été assassiné par des voleurs au carrefour des trois routes de Daulie et de Delphes.

Trivium! Carrefour! Retenez bien ce mot. Il épouvante Œdipe. Il se souvient qu’arrivant de Corinthe, avant sa rencontre avec le sphinx, il a tué un vieillard au carrefour des trois routes. Si c’est Laius, que devenir? Car il ne peut retourner à Corinthe, l’oracle l’ayant menacé de tuer son père et d’épouser sa mère. Il a peur.

NARRATORE
La, disputa, dei principi attira, Giocasta.

Voi la udrete calmarli, rinfacciar loro di altercare in una, città malata. Giocasta non dà, fiducia agli oracoli e da le prove che gli oracoli mentono. Per esempio: il vaticinio affermava che il destino di Laio sarebbe stato di morire per mano di un figlio nato dalla loro unione. Ebbene: come si sa lo uccisero dei predoni forestieri alla convergenza di tre strade.
Trivio. Incrocio di strade, Trivium. Tenete a mente questa parola. Perché questa parola spaventa Edipo. Egli ricorda che al suo arrivo da Corinto, prima di incontrarsi con la Sfinge, ha ucciso un vecchio all'incrocio di tre strade. E se quel vecchio era Laio, che fare ? Egli sa che non può tornare a Corinto. Egli sa che deve stare lontano dalla città, in cui vivono il padre Polibo e la Madre Merope perché l'oracolo ha minacciato che un giorno egli ucciderà, il padre e sposerà la madre. Edipo ha paura.

CHORUS
Gloria!

Laudibus, regina Iocasta
in pestilentibus Thebis.
Laudibus, regina nostra!
Laudibus Œdipus uxor.
Gloria!

CORO
Gloria,

Lodi alla regina Giocasta
In Tebe afflitta dalla peste.
Lodi alla nostra regina.
Lodi alla moglie di Edipo.
Gloria!

IOCASTA
Nonn’ erubescite, reges,

clamare, ululare in aegra urbe
domestikis altercationibus?
Nonn’ erubeskite in aegra urbe
clamare, vestros domesticos clamores?
Coram omnibus clamare,
coram omnibus domesticos clamores
clamare in aegra urbe, reges,
nonn’ erubescite?

Ne probentur oracula.
quae semper mentiantur.
Oracula – mentita sunt oracula
Cui rex interfikiendus est?
Nato meo.
Age, rex peremptus est.

GIOCASTA (aria)
Non arrossite di vergogna, o signori,

a gridar e e urlare nella città malata
per personali contese?
Non vi vergognate a gridare nella città malata
le vostre private liti?
Gridare davanti a tutti,
davanti a tutti discutere scompostamente
private liti, gridare nella città malata,
o signori, non arrossite di vergogna?

Non si presti fede agli oracoli
che sempre mentono.
Oracoli - mentirono gli oracoli.
Chi doveva uccidere il re?
Mio figlio.
Ebbene, il re fu ucciso.

IOCASTA
Laius in trivio mortuus,

Ne probentur oracula,
quae semper mentiantur.
Laius in trivio mortuus,
Cave oracula!

CHORUS
Trivium, trivium...

 

GIOCASTA (aria con coro)
Laio morì ad un trivio.

Non si presti fede agli oracoli
che sempre mentono.
Laio morì ad un trivio.
Guardati dagli oracoli.

CORO
Trivio, trivio...

 

ŒDIPUS
Pavesco subito, Iocasta.

Pavesco, maxime, Iocasta, audi:
locuta es de trivio?
Ego senem kekidi.
Cum Corintho exkederem,
kekidi in trivio,
kekidi, Iocasta, senem.

IOCASTA
Oracula mentiuntur,

semper oracula mentiuntur.
Œdipus, cave oracula
quae mentiantur.
Domum kito redeamus,
non est consulendum.

ŒDIPUS
Pavesco, maxime pavesco,

pavesco subito, Iocasta.
Pavor magnus, Iocasta,
in me inest.
Subito pavesco, uxor Iocasta.
Nam in trivio kekidi senem.
Volo consulere,
consulendum est, Iocasta.
Volo videre pastorem.
Skeleris superest spectator.
Iocasta, consulendum,
volo consulere.
Skiam!

EDIPO (duetto)
D'improvviso ho paura, Giocasta,

una grande paura. Ascolta Giocasta:
hai parlato di un trivio?
Io uccisi un vecchio,
venendo da Corinto,
lo uccisi a un incrocio di tre strade,
là, Giocasta, uccisi un vecchio.

GIOCASTA
Mentono gli oracoli,

gli oracoli mentono sempre,
Edipo, guardati dagli oracoli,
che sono sempre falsi.
Torniamo presto et casa,
non li si deve consultare.

EDIPO
Ho paura, una grande paura,

d'improvviso ho paura, Giocasta;
un grande terrore, Giocasta,
è in me.
D'improvviso ho paura, Giocasta, consorte.
Poiché ad un trivio uccisi un vecchio.
Voglio indagare, Giocasta,
bisogna domandare,
voglio vedere il pastore.
Vive ancora un testimone del delitto.
Bisogna interrogarlo Giocasta,
voglio indagare.
Saprò!

NARRATEUR
Le témoin du meurtre sort de l’ombre. Un messager annonce à Œdipe la mort de Polybe et lui révèle qu’il n’était que son fils adoptif.

Jocaste comprend.
Elle tente de tirer Œdipe en arrière. Elle se sauve.

Œdipe la croit honteuse d’être une femme de parvenu.
Cet Œdipe, si fier de deviner tout! Il est dans le piège. Il est le seul à ne pas s’en apercevoir. La vérité le frappe sur la tête.

Il tombe. Il tombe de haut.

NARRATORE
Esce dall'ombra colui che fu presente all'uccisione. Un messaggero annuncia ad Edipo la morte di Polibo e svela ch'egli n'era solo il figlio adottivo.

Giocasta capisce e tenta di trattenere Edipo dall'abisso fuggendo. Edipo crede che sia per la vergogna di essere la moglie di un uomo di bassa stirpe. Questo Edipo, così orgoglioso di saper tutto indovinare!
È preso nel laccio ed è il solo a non capire.
La verità gli si abbatte sul capo.
Egli cade.
Cade dall'alto.

CHORUS
Adest omniskius pastor,

et nuntius horribilis.

CORO
Sono qui il pastore che tutto sa
,
e un messaggero che porta un'orrenda notizia.

 

NUNTIUS
Mortuus est Polybus.

Senex mortuus Polybus.

CHORUS
Mortuus est Polybus.

Mortuus senex Polybus.

NUNTIUS
Polybus non genitur Œdipodis;

a me keperat Polybus,
ego attuleram regi.

CHORUS
Verus non fuerat pater Œdipodis.

NUNTIUS
Falsus pater per me!

CHORUS
Falsus pater per te !

NUNTIUS
Reppereram in monte

puerum Œdipoda
derelictum in monte
parvulum Œdipoda,
foratum pedes,
vulneratum pedes,
parvulum Œdipoda.
Reppereram in monte.
Attuleram pastori
puerum Œdipoda.

CHORUS
Reskiturus sum monstrum,

monstrum reskiscam.
Deo claro, Œdipus natus est.
Deo et nympha montium
in quibus repertus est.

 

MESSAGGERO (aria con coro)
Polibo è morto,
È morto il vecchio Polibo.

CORO
Polibo è morto
È morto il vecchio Polubo.

MESSAGGERO
Polibo non ha generato Edipo;

da me Polibo l'aveva preso,
io l'avevo portato al re.

CORO
Non era il vero padre di Edipo.

MESSAGGERO
Padre adottivo, per opera mia!

CORO
Padre adottivo, per opera tua!

MESSAGGERO
Avevo trovato su un monte

Edipo, bambino,
abbandonato su un monte
il piccolo Edipo,
coi piedi forati,
coi piedi feriti.
Avevo trovato su un monte
e portato a un pastore
Edipo bambino.

CORO
Sto per apprendere un prodigio,

conoscerò un miracolo.
Da un grande dio nacque Edipo,
da un dio e da una ninfa dei monti
su cui fu trovato.

PASTOR
Oportebat takere, nunquam loqui.

Sane repperit parvulum Œdipoda.
A patre, a matre
in monte derelictum,
pedes laqueis foratum.
Utinam ne dikeres;
hoc semper kelandum
inventum esse in monte
derelictum parvulum.
Parvum Œdipoda.
Oportebat takere, nunquam loqui.

(Jocaste disparait)

PASTORE (aria)
Tacere si doveva, mai parlare.

In verità trovò il piccolo Edipo
dal padre e dalla madre
abbandonato su un monte,
coi piedi forati da una corda.
Oh, non avessi tu parlato:
sempre si doveva nascondere
che su un monte era stato trovato,
abbandonato il piccolo,
il bambino Edipo,
abbandonato sul monte.
Tacere si doveva, mai parlare.

(Giocasta scompare)

ŒDIPUS
Nonne monstrum reskituri,

quis Œdipus? genus Œdipodis skiam.
Pudet Iocastam, fugit,
pudet Œdipi exulis,
Pudet Œdipodis generis.
Sciam Œdipodis genus;
genus meum skiam.
Nonne monstrum rescituri,
genus exulis mei.
Ego exul exsulto.

EDIPO (aria)
Sta dunque per essere svelato il prodigio? Si saprà

chi è Edipo, conoscerò l'origine di Edipo.
Si vergogna Giocasta, fugge,
si vergogna dell'origine di Edipo.
Si vergogna perché Edipo è un esule.
Conoscerò l'origine di Edipo,
saprò la mia stirpe,
sarà svelato dunque il prodigio,
la mia origine di esule.
Io, esule, esulto.

PASTOR et NUNTIUS
In monte reppertus est,

a matre derelictus;
a matre derelictum,
in montibus repperimus.
Laio Iocastaque natus!

CHORUS
Natus Laio et Iocasta!

PASTORE e MESSAGGERO
Peremptor Laii parentis!

Coniux Iocastae parentis!
Utinam ne dikeres,

Oportebat tacere,
Nunquam dikere istud:

PASTOR, NUNTIUS et CHORUS
A Iocasta derelictum

in monte reppertus est.

(Berger et Messager sortent)

PASTORE e MESSAGGERO (duetto con coro)
Su un monte fu ritrovato

il bimbo abbandonato dalla madre;
sui monti ritrovammo
il bambino abbandonato dalla madre.
Figlio di Laio e Giocasta!

CORO
Figlio di Laio e Giocasta!

PASTORE e MESSAGGERO
Assassino del padre Laio!

Sposo della madre Giocasta!
Oh, non avessi parlato,
tacere si doveva,
mai dire ciò:

PASTORE e MESSAGGERO
che fu abbandonato da Giocasta,
fu ritrovato su un monte.

(Il pastore e il messaggero si allontanano)

ŒDIPUS
Natus sum quo nefastum est,

concubui qui nefastum est,
kekidi quem nefastum est.
Lux facta est!

(Le Messager apparait)

EDIPO (aria)
Sacrilegio fu la mia nascita,

sacrilegio le nozze,
sacrilegio l'uccisione.
Luce è stata fatta.

(compare il Messaggero)

NARRATEUR
Et maintenant, vous allez entendre le monologue illustre “La tête divine de Jocaste est morte”, monologue où le messager raconte la fin de Jocaste.

Il peut à peine ouvrir la bouche.
Le choeur emprunte son rôle et l’aide à dire comment la reine s’est pendue et comment Œdipe c’est crevé les yeux avec son agrafe d’or.

Ensuite c’est l’épilogue.
Le roi est pris. Il veut se montrer à tous, montrer la bête immonde, l’inceste, le parricide, le fou.

On le chasse avec une extrême douceur.
Adieu, adieu, pauvre Œdipe! Adieu Œdipe; on t’aimait.

NARRATORE
Ed ora udrete il monologo illustre «la testa divina di Giocasta è morta» monologo in cui il messaggero racconta la fine di Giocasta.

A fatica riesce ad aprire la bocca. Il coro subentra e lo aiuta a raccontare come la regina si sia impiccata e come Edipo si sia trafittogli occhi con la sua fibula d'oro.
Ed è l'epilogo.
Il re è preso, vuole mostrarsi a tutti, mostrare l'immonda bestia, l'incestuoso, il parricida, il pazzo. Lo scacciano. Lo scacciano con infinita dolcezza.
Addio, addio povero Edipo.
Addio Edipo: eri a noi caro.

NUNTIUS
Divum Iocastae caput mortuum!

CHORUS
Mulier in vestibulo

comas lakerare.
Claustris occludere
fores,
exclamare.
Et Œdipus irrumpere
irrumpere et pulsare,
et Œdipus pulsare, ululare.

NUNTIUS
Divum Iocastae caput mortuum!

CHORUS
Et ubi evellit claustra,

suspensam mulierem
omnes conspexerunt.
Et Œdipus praekeps ruens
illam exsolvere, illam collacare.
Et aurea fibula et avulsa fibula
oculos effodire;
ater sanguis rigare.

NUNTIUS
Divum Iocastae caput mortuum!

CHORUS
Sanguis ater rigabat,

ater sanguis prosiliebat;
et Œdipus exclamare
et sese detestari.
Omnibus se ostendere.
Belvam vult extendere.
Aspikite fores pandere,
spectaculum aspikite
spectaculum omnium atrokissimum.

NUNTIUS
Divum Iocastae caput mortuum!

MESSAGGERO (aria con coro)
La divina Giocasta è morta!

CORO
La donna nell'atrio

si strappava le chiome.
Con catenacci fece chiudere
le porte, e gridava.

Edipo si precipita dentro,
e bussa con forza,
Edipo bussa e urla.

MESSAGGERO
La divina Giocasta è morta!

CORO
E quando ha infranto i catenacci

tutti videro
la donna impiccata.
Ed Edipo precipitandosi
la scioglieva dal laccio,
la poneva a terra.
E strappata un'aurea fibbia
si cavava gli occhi;
torbido sangue scorreva.

MESSAGGERO
La divina Giocasta è morta!

CORO
Torbido sangue scorreva;

Torbido sangue sgorgava;
Edipo grida forte
e si maldedice.
Si mostra a tutti.
La belva vuole mostrarsi

Guardate si aprono le porte,
guardate il triste spettacolo,
di tutti il più orrendo.

MESSAGGERO
La divina Giocasta è morta!

CHORUS
Ekke! Regem Œdipoda,

foedissimum monstrum monstrat,
foedissimam beluam.
Ellum, regem occaecatum!
Rex parrikida, miser Œdipus,
miser rex Œdipus carminum coniector.
Adest! Ellum! Regem Œdipoda!
Vale, Œdipus!
Te amabam, te miseror.
Miser Œdipus, oculos tuos deploro.
Vale, Œdipus,
miser Œdipus noster.
Te amabam, Œdipus.
Tibi valedico, Œdipus,
tibi valedico.

CORO
Ecco! Il re Edipo

mostra l'osceno mostro,
la turpissima bestia.
Ecco il re Edipoi
Ecco il re acciecatol
Il re parricida, l'infelice Edipo,
l'infelice Edipo, interprete di enigmi.
Eccolo, è qui il re Edipo!
Addio, Edipo, ti avevo caro,
ho pietà di te.
Infelice Edipo, piango per i tuoi occhi.
Addio, Edipo
nostro infelice Edipo,
ti volevo bene, Edipo.
Addio, Edipo, addio.

- FIN -

- Fine -

 

 Per approfondire

Stravinskij, Oedipus rex (lezione online di Nicola Sfredda)
Stravinskij, Oedipus rex (programma di sala di Sergio Sablich)