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BWV 599, “Nun komm der Heiden Heiland”

Johann Sebastian BACH (1685-1750)

dall’Orgelbüchlein

Corale per organo   BWV 599 “Nun komm der Heiden Heiland
Corale per organo   BWV 659 “
Nun komm der Heiden Heiland
Corale per organo   BWV 660 “
Nun komm der Heiden Heiland
Corale per organo   BWV 661 “
Nun komm der Heiden Heiland
Fughetta sul corale BWV 699 “Nun komm der Heiden Heiland”

 

Il corale organistico (Choralvorspiel) nasce come semplice sostegno del canto d’assemblea col raddoppio dell’armonizzazione a 4 parti, ma diviene ben presto il campo di intense sperimentazioni compositive, in proporzione alla perizia e creatività dei singoli organisti. Qui diamo alcuni esempi di corali organistici costruiti sulla base della melodia dell’inno ambrosiano.

L’Orgelbüchlein (‘libretto per organo’, realizzato a Weimar intorno al 1716), a dispetto del suo nome minimalista, parte da un ambizioso progetto didattico di “nova cyclopeias harmonica” finalizzata a perfezionare gli organisti nell’esecuzione in tutti i modi di un corale e nell’uso del pedale obbligato, ma fu realizzato solo in parte: dei 164 corali previsti, distribuiti secondo il ciclo dell’anno liturgico o dedicati a varie devozioni, solo 46 ne furono realizzati.

I tre corali seguenti sono compresi, nella loro forma definitiva, in un manoscritto autografo di Lipsia risalente agli ultimi anni di vita di Bach (1747-49): in esso il compositore rivela, come è consueto al suo spirito indagatore e classificatore, un intento di speculazione teoretica e di organizzazione razionale del materiale rielaborato da precedenti versioni.

NB. Nelle partiture in pdf, i cerchietti rossi segnano le note della linea melodica del corale (cantus firmus); le linee verdi le entrate del tema nelle imitazoni.

 

Guida all’ascolto
 

Corale per organo BWV 599 [partitura]

Corale contrappuntistico su cantus firmus al soprano: apre il ciclo annuale degli inni sacri, ed è appunto il primo numero dell’Orgelbüchlein. È un esempio del più semplice tipo stilistico di parafrasi strumentale per gli inni liturgici: qui è realizzata con alla voce superiore la melodia del corale (cantus firmus), limpida e consequenziale, in una sola strofa, senza improvvisazioni né intermezzi tra i versetti, mentre le altre 3/4 voci dialogano misuratamente su ritmi puntati e quartine di sedicesimi acefale (senza la prima nota), caratteri consueti nelle solenni ouverture francesi, con esplicita allusione all’apertura solenne dell’anno liturgico. Non gli si fa torto a considerarlo un elegante ed elaborato accompagnamento organistico al puro canto della strofa dell’inno.

 

 

Corale per organo BWV 659 [partitura]

È uno dei più famosi esempi di elaborazioni corali bachiane, ampiamente ornato al soprano e con interludi. La melodia dell’inno è suddivisa in quattro segmenti, uno per ciascun versetto; il primo e il quarto sono uguali, per cui Bach configura l’ultimo come ripresa quasi letterale dell’esposizione, ma con un ricco prolungamento finale della fioritura a modo di cadenza, benché con accompagnamento diverso. L’inserzione delle altre libere fioriture, sul tipo degli abbandoni lirici negli adagi da concerto all’italiana, avviene soprattutto nella parte mediana dei versetti, lasciando pur a fatica individuare le note del cantus firmus nell’attacco e nella conclusione delle frasi. I versetti sono poi incorniciati da una introduzione, 3 interludi, e il citato prolungamento, tutti all’incirca di tre battute. Il movimento per ottavi scandito incessantemente in tutto il brano dal basso regolare, ostinato, inesorabile, ha non solo una funzione di sostegno armonico, ma il preciso compito espressivo di sottolineare il movimento processionale solenne, alludendo al cammino glorioso del “Redentore dei pagani” che viene nel mondo. Nelle battute introduttive le voci intermedie esordiscono esponendo, in imitazione alla 5ª, la stessa linea melodica del primo versetto, cosa che non accade più nel sèguito.

 

Corale per organo BWV 660 [partitura]

Anche questa elaborazione è costruita secondo la struttura della precedente: un corale ornato al soprano con interludi. Qui le fioriture melodiche sono meno sviluppate che nel brano precedente, ma l’accompagnamento a due bassi (2° manuale e pedale), che fa del brano un vero e proprio trio, è di notevole interesse: organizzato quasi come una fuga a due voci (l’esposizione però è in canone all’unisono), ha il soggetto costituito dalle prime 6 note del primo versetto del corale, con una piccola modificazione ritmica [in verde nella partitura] e il contro-soggetto da un disegno ondulato; da esso scaturisce una cascata di arpeggi spezzati discendenti, che ricordano molto certe tipiche progressioni dei concerti vivaldiani, e che costituiscono il modulo dominante dei vari divertimenti. La fuga procede regolarmente con esposizioni e divertimenti, quasi senza curarsi degli ingressi del cantus firmus ornato alla voce superiore; circa a metà e poi verso la fine si hanno esempi di strette (ossia più esposizioni quasi sovrapposte in sequenza veloce).

 

Corale per organo BWV 661 [partitura]

La presente magnifica elaborazione, a dispetto della definizione di cantus firmus al basso con interludi, ha parecchi elementi di diversità rispetto alle precedenti. Intanto la melodia del corale è esposta senza alcun ornamento al pedale, il che non è frequentissimo; le voci superiori sviluppano una fuga a tre su elaborazione del primo inciso del corale, reso però del tutto irriconoscibile all’orecchio, che progressivamente assume l’estro di una libera fantasia contrappuntistica, mentre il cantus firmus si giustappone ad essa con la sua marmorea fissità. L’effetto espressivo è straordinario, si direbbe quasi metafisico: è come se sotto la superificie vacua dell’esistenza, rappresentata dalla linea instabile, turbinosa e un po’ petulante delle parti in trio, si disvelassero i rintocchi radicali e ammonitori della sostanza dell’essere.

 

 

Fughetta sul corale BWV 699 [partitura]

Infine questo lavoro giovanile bachiano assomiglia più che altro a un esercizio di contrappunto a tre voci sul tema del primo versetto del corale.

 

 

BWV 659, 660. 661: esecuzione di Ton Koopman