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Agostino, Che cos'è il tempo?

Agostino: si quaerenti explicare velim, nescio

La struttura ontologica del tempo

 

Aurelius AUGUSTINUS (354-430)

Confessiones XI, 14

 

Nullo ergo tempore non feceras aliquid, quia ipsum tempus tu feceras.

In nessun tempo tu non avevi fatto qualcosa, perché tu avevi fatto il tempo stesso.

Et nulla tempora tibi coaeterna sunt, quia tu permanes; at illa si permanerent, non essent tempora.

E nessuno dei tempi è coeterno a te, perché tu permani; ma se essi permanessero, non sarebbero tempi.

Quid est enim tempus? quis hoc facile breviterque explicaverit? quis hoc ad verbum de illo proferendum vel cogitatione comprehenderit?

Che cos'è infatti il tempo? chi potrebbe spiegarlo facilmente e brevemente? chi potrebbe comprenderlo per dire una parola di esso o col pensiero?

quid autem familiarius et notius in loquendo conmemoramus quam tempus?

cosa poi di più familiare e più noto nel parlare menzioniamo del tempo?

et intellegimus utique, cum id loquimur, intellegimus etiam, cum alio loquente id audimus.

eppure (lo) capiamo, quando lo diciamo; (lo) capiamo anche quando ascoltiamo un altro che lo dice.

Quid est ergo tempus? Si nemo ex me quaerat, scio; si quaerenti explicare velim, nescio:

Cos'è dunque il tempo? Se nessuno me (lo) chiedesse (chiede), (lo) so; se volessi (voglio) spiegarlo a chi (me lo) chiede, non (lo) so:

fidenter tamen dico scire me, quod, si nihil praeteriret, non esset praeteritum tempus, et si nihil adveniret, non esset futurum tempus, et si nihil esset, non esset praesens tempus.

eppure fiduciosamente dico che(lo) so, perché, se niente passasse, non esisterebbe il tempo passato; e se niente avvenisse, non esisterebbe il tempo avvenire; e se nulla esistesse, non esisterebbe il tempo presente.

Duo ergo illa tempora, praeteritum et futurum, quomodo sunt, quando et praeteritum iam non est et futurum nondum est?

Dunque quei due tempi, il passato e il futuro, come esistono, dal momento che il passato non è più e il futuro non è ancora?

Praesens autem si semper esset praesens nec in praeteritum transiret, non iam esset tempus, sed aeternitas.

Il presente poi, se fosse sempre presente e non trapassasse in passato, non sarebbe più tempo, ma eternità.

Si ergo praesens, ut tempus sit, ideo fit, quia in praeteritum transit, quomodo et hoc esse dicimus, cui causa, ut sit, illa est, quia non erit, ut scilicet non vere dicamus tempus esse, nisi quia tendit non esse?

Se dunque il presente, perché sia tempo, per questo accade, perché trapassa in passato, in che modo diciamo che esiste anche questo, a cui la causa perché esista è perché non esisterà; cosicché evidentemente non davvero diciamo che il tempo esiste, se non perché tende a non esistere?


 Traduzione interpretativa

 

 Problemi grammaticali

• pronomi indefiniti = quidam, aliquis
• congiuntivo potenziale del presente = «quis... explicaverit»
• proposizione interrogativa diretta
• proposizione causale = «quia... feceras»; «quando... non est»
• proposizione finale = «ut tempus sit»
• proposizione consecutiva = «ut... dicamus»
• periodo ipotetico del 1° tipo = «si... fitm quomodo... dicimus» (qui l'apodosi è interrogativa diretta)
• periodo ipotetico misto: protasi del 2° e apodosi del 1° tipo al presente = «si... quaerat, nescio»
• periodo ipotetico 3° tipo al presente = «si... praeteriret, non esset...» (qui l'apodosi è causale introdotta da quod)