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Catullo, 101 "Multas per gentes"

Catullo: advenio ad has miseras inferias

Sulla tomba del fratello

 

C. Valerius CATULLUS, Carmina, CI

 

Nota metrica: distici elegiaci.

 

MVLTAS per gentes et multa per aequora uectus
    aduenio has miseras, frater, ad inferias,

ut te postremo donarem munere mortis
    et mutam nequiquam alloquerer cinerem.

quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum.
    heu miser indigne frater adempte mihi,

nunc tamen interea haec, prisco quae more parentum
    tradita sunt tristi munere ad inferias,

accipe fraterno multum manantia fletu,
    atque in perpetuum, frater, aue atque uale.

Attraverso molte genti e molti mari condotto
    vengo, fratello, a queste (tue) misere spoglie,

per donarti alla fine il rito della morte
    e interpellare invano la (tua) muta cenere.

Poiché la sorte mi ha tolto te,
    ahimè, misero fratello indegnamente strappatomi,

ora tuttavia intanto queste cose, che nell’antica usanza dei genitori
    sono state consegnate con triste rito alle spoglie,

ricevi(le) che versano molto pianto fraterno,
    e per sempre, fratello, ciao e addio.

 

 Traduzioni contrastive

1. Giuseppe Parini (da Alcune poesie di Ripano Eupilino, xxxvi, 1752)

    Per molte genti e molti mar condotto,
o mio germano, finalmente io sono
a quest’esequie miserande addotto,
per far l’ultimo a te funebre dono.

    E poiché te medesmo a me non buono
destino ahi tolse, e ‘l tuo bel stame ha rotto
indegnamente, oimè, vo’ dir qui prono
su la tacita polve un vano motto.

    Questi doni però tu accogli intanto,
che ne’ funebri sacrificii offrio
de’ maggiori il costume antico e santo.

    Questi accogli pur tu; ch’assai del mio
sono grondanti ancor fraterno pianto;
e addio per sempre, o mio germano, addio.

2. Salvatore Puglisi (in “Cinque poesie di Catullo”, Ausonia. Rivista di lettere e arti, XIV, 1, gennaio-febbraio 1959, p. 5)

   Vengo, fratello, dopo molte genti
e tanti mari attraversati, a renderti
queste povere esequie e questo estremo
dono di morte e a dire qualche vana
parola a te che più non puoi rispondere,
poiché il destino te m’ha tolto, o misero
fratello, a me strappato ingiustamente.
E intanto accetta queste tristi offerte
bagnate a lungo di fraterno pianto
che, come vuole un nostro antico rito,
per te ho donato ai sotterranei dèi;
e addio per sempre, addio, fratello, addio.

 

 Approfondimenti

Diverse altre traduzioni di questo carme si possono trovare nel blog Catalepton.