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Catullo, 8 - "Miser Catulle"

Catullo: lo specchio

Alla conquista del 'tu'

 

C. Valerius CATULLUS

Carmina, 8

Nota metrica: endecasillabo falecio.

 

Miser Catulle desinas ineptire
Et quod uides perisse perditum ducas
Fulsere quondam candidi tibi soles
Cum uentitabas quo puella ducebat
Amata nobis quantum amabitur nulla
Ibi illa multa tum iocosa fiebant
Quae tu uolebas nec puella nolebat
Fulsere uere candidi tibi soles
Nunc iam illa non uult tu quoque impotens ‹noli›
Nec quae fugit sectare nec miser uiue
Sed obstinata mente perfer obdura
Vale puella iam Catullus obdurat
Nec te requiret nec rogabit inuitam
At tu dolebis cum rogaberis nulla
Scelesta uae te quae tibi manet uita
Quis nunc te adibit cui uideberis bella
Quem nunc amabis cuius esse diceris
Quem basiabis cui labella mordebis
At tu Catulle destinatus obdura.

 

Traduzione letterale

Misero Catullo, smettila di essere inetto
e ciò che vedi essere perito, ritieni(lo) fatto perire.

Risplendettero una volta candidi a te i soli,
quando riandavi dove la ragazza (ti) portava,
amata a/da noi quanto non sarà amata nessuna.
allora quei molti giochi si facevano,
che tu volevi né la ragazza non voleva.
Risplendettero davvero candidi a te i soli.
Ora lei non vuole più; tu pure incapace ‹non volere
né inseguire lei che fugge, né vivere misero,
ma ostinatamente sopporta, resisti.
Sta bene, ragazza, ormai Catullo resiste;
né ti ricercherà, né pregherà (te) che non vuoi.
Ma tu avrai dolore, quando non sarai pregata.
Delinquente, guai a te, quale vita ti rimane?
chi ora ti incontrerà? a chi sembrerai carina?
chi ora amerai? di chi sarai detta essere?
chi bacerai? a chi morderai le labbra?
Ma tu Catullo, destinato, resisti.

 

 Traduzioni contrastive

1. Fabio Nardelli (marzo 1995)

Povero Catullo, lascia perdere le pazzie
e ciò che vedi che è in malora, consideralo mandato in malora.
Una volta per te era tutto bello
quando andavi dove ti veniva indicato dalla tua ragazza
da te tanto amata come non sarà mai amata nessuna.
Lì si facevano allora quei giochi d’amore
che entrambi amavate
allora sì che erano giorni felici.
Ora non vuole già più, anche tu, anche se sarà difficile, non volere più,
non inseguire colei che fugge, non vivere miseramente,
ma resisti ostinatamente, sopporta.
Ciao fanciulla, ormai Catullo resiste,
non verrà a cercare te che non vuoi tornare;
ma tu soffrirai quando non sarai desiderata.
Disgraziata, guai a te, che vita ti resta?
Chi ti cercherà? Chi riuscirà a notare la tua bellezza?
Chi amerai adesso? Di chi sarai ora?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, sopporta ostinatamente.