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Categoria: Programma di 5ª
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Ultima modifica il Venerdì, 21 Febbraio 2014 11:13
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Pubblicato Venerdì, 17 Dicembre 2010 11:06
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Scritto da quomodo
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Foscolo: il figlio del mito alla terra madre
Il tema mitologico riletto in chiave romantica
Ugo Foscolo (1778-1827)
dai Sonetti, ix (1802-3)
Nota metrica: sonetto, rime ABAB ABAB CDE CED.
A ZACINTO
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Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell’onde del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea (1) quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque (2) le tue limpide nubi e le tue fronde l’inclito verso (3) di colui che l’acque
cantò fatali (4), ed il diverso esiglio (5) per cui bello di fama e di sventura (6) baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra; a noi prescrisse il fato illacrimata sepoltura (7).
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1 “faceva”, rendeva feconde. 2 “per cui non poté tacere”, non si trattenne dal cantare. 3 “il celebre verso”, metonimia per la poesia. È soggetto. 4 “cantò le acque predestinate”: allude evidentemente a Omero, autore dell’Odissea. 5 “girovagare in varie direzioni” (diverso è latinismo). 6 “attraverso il quale, bello per la fama e la sventura”: endiade. 7 “a me il destino ha prescritto una tomba senza pianto”, ossia senza nessuno che mi pianga.
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