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Saba, "Trieste"

Saba:

 

Umberto SABA (1883-1957)

da Canzoniere, “Trieste e una donna” (1910-12)

 

Trieste è la città protagonista del componimento. Essa incarna gli stati d’animo del poeta mentre osserva la città da un cantuccio.

I temi sviluppati in questa poesia sono il conflitto fra amore e odio, dolcezza e durezza che scaturiscono dalle riflessioni che il poeta fa sui luoghi a lui più cari di Trieste. La prospettiva  adottata dal poeta per osservare la realtà è sentimentale (cfr. LUPERINI, 2001, p. 117). La poesia celebra l’attaccamento del poeta alla città natale, amata per quello che è, ma allo stesso tempo descrive anche un movimento di allontanamento, di rifugio, di isolamento Da questi contrasti nascono numerosi ossimori (scontrosa grazia vv. 8-9, l’aria strana e natia vv. 21-22).

Il poeta si sente attratto dalla vita della città, ma allo stesso tempo sente il bisogno di doverla osservare in un cantuccio fatto apposta per sé; un luogo distanziato, che appartiene a lui, simbolo di un mondo chiuso, di un recinto, un luogo dell’inconscio (cfr. ANSELMI, FENOCCHIO, 2007, p. 334). La struttura della poesia è tripartita: nella prima sezione prevalgono gli elementi narrativi; nella seconda emerge una riflessione presentata attraverso immagini e paragoni; la terza ha un carattere sentenzioso e riprende gli elementi della prima strofa, chiudendo il componimento con una struttura circolare.

Anche questa poesia, come molte altre di questo periodo, è ricca di enjambements (es. vv. 5-6, 8-9; cfr. LUPERINI, 2001, p. 117).

Nota metrica: tre strofe di diversa lunghezza con versi di varie misure, comprese fra il trisillabo e l’endecasillabo, rimati liberamente.

 

 

TRIESTE

 

1.  Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un’erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.

 

2.  Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest’erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all’ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l’ultima, s’aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un’aria strana, un’aria tormentosa,
l’aria natia.



3.  La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.

 

 Per approfondire

"Trieste" di U. Saba = da Balbruno (scheda)
• "Trieste" di Umberto Saba: parafrasi del testo = da Oilproject (scheda)
• Saba, "Trieste": analisi e commento = da Oilproject (scheda)