Top menu

2012_squarcio-di-luce_w.jpg2011_cespuglio_w.jpg2009_toscanasera_w.jpg2009_tramonto_w.jpg2009_incendio_w.jpg2012_tre-alberi_w.jpg2009_sorgere_w.jpg2009_sottobosco_w.jpg2012_nebbia-su-mantova_w.jpg2009_tramonto2_w.jpg2010_steppa_w.jpg2007_grandepino_w.jpg2011_schiumadonda_w.jpg2008_oltreorizzonte_w.jpg2011_forza-del-vento_w.jpg2010_temporale_w.jpg2008_acquitrino_w.jpg2012_campo-papaveri_w.jpg2009_mantovainrosso_w.jpg2011_marina_w.jpg2009_stagno_w.jpg2011_settembre_w.jpg2008_controlucemn_w.jpg2011_paes-invernale-1_w.jpg2011_paes-invernale-2_w.jpg

D’Annunzio, “La sabbia del tempo"

D’Annunzio: urna la mano era

Tra metafora e simbolismo

 

Gabriele D’ANNUNZIO (1863-1938)

da Alcyone (1902)

 

La poesia è stata composta fra il settembre e l’ottobre del 1903, e fa parte, all’interno di Alcyone, di un gruppo di undici liriche di breve estensione denominate Madrigali dell’estate.

Il tema centrale è il trascorrere del tempo, ed è sviluppato sia sul piano reale che simbolico:
nelle due terzine il poeta parla dell’ imminente fine dell’estate e descrive la sabbia, sempre meno calda, che gli scivola via fra le dita, come il tempo trascorre in ogni istante. Il suo cuore percepisce il declino della calda stagione la sensazione dell’accorciarsi delle giornate.

L’angoscia dell’io del poeta è espressa nella quartina finale (cfr. SALINARI-RICCI, 1994, p. 124).

Nell’intero madrigale si possono notare numerose immagini legate alla misura e al calcolo del tempo: nella prima strofa è la mano che giocherella con la sabbia delle spiagge ad avvertire la sensazione della fine della stagione, e che trasmette questo presentimento al cuore: Il cor sentì che il giorno era più breve (v. 3).

Nella seconda strofa poi un intreccio di metafora e sinestesia introduce una notazione temporale che allude sempre alla fine dell’estate: umido equinozio, oro delle piagge salse (vv. 5 e 6).
Infine nell’ultima strofa, per parlare del trascorrere del tempo, il poeta usa le immagini di una clessidra e di un tacito quadrante, ossia una meridiana.

Si può notare come nella poesia vi siano termini funebri e richiami a un sentimento di ansietà, legati agli strumenti di misurazione del tempo, che fondono l’idea del tempo e della morte (urna, palpitante, vano, ombra).

Così il poeta rovescia il mito dell’estate ardente e trionfante, in una suggestione alla brevità del tempo (cfr. ANSELMI-FENOCCHIO, 2004, p. 406).

Nota metrica: Madrigale costituito da due terzine e da una quartina di endecasillabi. Rime alternate secondo lo schema ABA, CBC, DEDE.

 

  LA SABBIA DEL TEMPO

 

Come scorrea la calda sabbia lieve
Per entro il cavo della mano in ozio,
Il cor sentì che il giorno era più breve.


  5

E un’ansia repentina il cor m’assalse
Per l’appressar dell’umido equinozio
Che offusca l’oro delle piagge salse.




10

Alla sabbia del Tempo urna la mano
Era, clessidra il cor mio palpitante,
L’ombra crescente d’ogni stelo vano
Quasi ombra d’ago in tacito quadrante.

 

 Per approfondire

G. D’Annunzio La sabbia del tempo = da LetteraTour (scheda)
La sabbia del tempo di Gabriele D'Annunzio = da L'agorà spartana (scheda)