Top menu

2011_paes-invernale-1_w.jpg2011_schiumadonda_w.jpg2009_tramonto_w.jpg2012_tre-alberi_w.jpg2009_toscanasera_w.jpg2009_sorgere_w.jpg2012_squarcio-di-luce_w.jpg2007_grandepino_w.jpg2010_temporale_w.jpg2011_cespuglio_w.jpg2009_tramonto2_w.jpg2009_stagno_w.jpg2011_forza-del-vento_w.jpg2008_acquitrino_w.jpg2009_incendio_w.jpg2011_marina_w.jpg2012_nebbia-su-mantova_w.jpg2008_controlucemn_w.jpg2012_campo-papaveri_w.jpg2008_oltreorizzonte_w.jpg2010_steppa_w.jpg2011_paes-invernale-2_w.jpg2009_mantovainrosso_w.jpg2011_settembre_w.jpg2009_sottobosco_w.jpg

Balzac, Il vero sociale

Balzac: all is true

Il vero sociale

 

Honoré de Balzac (1799-1850)
da Le Père Goriot, cap. i (1835)

 

La signora Vauquer, nata de Conflans, è una donna anziana che da quarant’anni tiene a Parigi una pensione familiare situata in rue Neuve-Sainte-Geneviève, tra il quartiere latino e il faubourg Saint-Marceau. La pensione, nota come Casa Vauquer, accetta sia uomini che donne, giovani e vecchi, senza che i costumi di questa rispettabile istituzione abbiano mai prestato il fianco alla maldicenza. Ma è anche vero che da trent’anni non vi si è mai vista una fanciulla e perché un giovane vi alloggi deve ricevere ben pochi soldi dalla famiglia. Ciò nonostante, nel 1819, anno in cui ha inizio il nostro dramma, vi si trovava una povera ragazza. Per quanto screditato, il termine dramma di cui è stata prodiga in maniera abusiva e persecutoria la lacrimevole letteratura dei nostri tempi nel nostro caso è necessario usarlo: non che questa storia sia drammatica nel vero senso della parola, ma alla fine dell’opera forse qualche lacrima sarà stata versata intra muros e extra. La capiranno fuori di Parigi? È lecito dubitarne. Le particolarità di una vicenda ricca di osservazioni e di colore locale non possono essere apprezzate se non tra le colline di Montmartre e le alture di Montrouge, nell’illustre vallata di calcinacci sempre sul punto di cadere e di rigagnoli neri di fango; vallata piena di sofferenze reali, di gioie spesso ingannevoli, e così frenetica che occorre un qualcosa di esorbitante per crearvi una sensazione di una certa durata. Capita però che ci s’imbatta in dolori che il coacervo di vizi e di virtù rende grandi e solenni: alla loro vista, gli egoismi, gli interessi, si arrestano e s’impietosiscono, ma l’impressione che ne ricevono è come di un frutto saporito subito divorato. Il carro della civiltà, simile a quello dell’idolo di Jagernatt, spezza rapidamente anche un cuore meno fragile degli altri che tenti di frenarlo e di incepparne la ruota, e continua il suo cammino glorioso. Così farete voi, voi che tenete questo libro con una bianca mano, voi che vi sprofondate in una morbida poltrona dicendo: «forse mi divertirà». Dopo aver letto le segrete sventure di papà Goriot, cenerete con appetito attribuendo all’autore la vostra insensibilità, tacciandolo di esagerazione, accusandolo di fare poesia. Ah! sappiatelo: questo dramma non è una finzione, né un romanzo. All is true, è così vero che ciascuno può riconoscerne gli elementi intorno a sé, forse nel proprio cuore.