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recitativo

Stile di canto tendente a riprodurre, attraverso una recitazione intonata, la naturalezza e la flessibilità della lingua parlata. Le sue caratteristiche fondamentali sono due:

a) il ritmo libero e irregolare, modellato su quello della parola parlata;

b) la mancanza di un’autonoma struttura formale, sostituita da un sistematico adattamento della musica ai nuclei sintattici del testo, non soggetto alle leggi di simmetria tradizionali della frase musicale.

Di solito si usa distinguere alcune categorie di recitativo, di cui le principali sono:

cantillazione: stile di esecuzione vocale intermedio tra la declamazione e il canto, tipico della liturgia e caratterizzato da sillabicità e da insistenza su una nota (più raramente due), con formule elementari di intonazione iniziale e di cadenza intermedia e finale di frase.

recitativo secco (semplice): forma di cantillazione elaborata e convenzionale, in cui la voce è sostenuta  sporadicamente da un solo strumento, o dal ►basso continuo; è tipico delle scene di dialogo e azione nel ►melodramma e nell’►opera buffa.

recitativo accompagnato (obbligato o drammatico): caratterizzato anch’esso da movimenti vocali simili al secco, ma con intervento di più strumenti o dell’orchestra intera, che dipingono, intrecciati alla voce, o da soli nelle pause di essa, l’ambiente naturalistico, situazionale, psicologico, emotivo-affettivo o ideale della storia; di solito nel melodramma introduce un’aria di carattere drammatico.

arioso: forma di recitativo più ampia e drammatica, che sostituisce in gran parte la cantillazione convenzionale con frasi melodiche simili a quelle dell’aria, non però disposte in strutture simmetriche chiuse e ripetitive, bensì fluenti una nell’altra in modo apparentemente disordinato, come per seguire il flusso di emozioni, affetti e pensieri; è la tipica via intermedia tra recitativo e aria, e costituisce la soluzione ideale per i momenti in cui azione ed emozione non prevalgono una sull’altra. Si possono considerare espressioni dell’arioso il melologo nel melodramma delle origini (recitar-cantando), il declamato continuo della tragédie-lyrique francese, e almeno in parte anche la ‘melodia infinita’ delle opere wagneriane.