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cursus

Nella prosa ritmica medioevale più alta ed elegante, il cùrsus è la disposizione ritmica del periodo o delle ►clausole, secondo determinate leggi di distribuzione di toniche e atone (►arsi/tesi).

Alla fine del secolo XI le Artes dictaminis, nell’ambito di una regolamentazione retorica e ritmico-musicale della prosa, teorizzarono e istituzionalizzarono il cursus. Le clausole (clausolae) più frequenti sono ( − = sillaba tonica; = atona; | = fine di parola):

cursus planus: polisillabo piano più trisillabo piano (es. retributi-ónem merétur–́ | –́ )

cursus tardus (o ecclesiasticus o durus): polisillabo piano più quadrisillabo sdrucciolo (es. commodi-tàtis intúitu–́ | –́ )

cursus velox: polisillabo sdrucciolo più quadrisillabo piano (es. èxitum sortiúntur = –́ –́ )

cursus trispondaicus: polisillabo piano più quadrisillabo piano (–́ –́ )

Altri espedienti del cursus sono l’uguaglianza sillabica tra i vari membri del periodo, o isocolia (►colon) e, eventualmente, come caso estremo di parallelismo, la ►rima tra i cola della frase. Nella sua prosa latina Dante impiegò in modo non uniforme né per regolarità né per frequenza le forme più tipiche delle clausole. Tutt’altro che certo è l’uso di altri tipi di clausole, come pure il loro impiego nella prosa degli autori volgari.