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inferenza

L’inferenza è un procedimento logico mediante il quale, da una proposizione ammessa come vera, attraverso una seconda proposizione che sia vera, si passa a una terza proposizione la cui verità è considerata contenuta nelle due precedenti.

Secondo il filosofo Charles S. Peirce il pensiero umano ha tre modi diversi di ragionamento inferenziale, ossia possibilità di trarre inferenze:

1) ragionamento deduttivo (deduzione)
2) ragionamento induttivo (induzione)
3) ragionamento abduttivo (abduzione)

Ammesso che la terminologia abituale (con qualche confusione semantica) definisce regola la classe superiore (insieme totale, genere) di appartenenza, caso la classe inferiore (sotto-insieme, specie), e risultato il fenomeno particolare (individuo o individui), le differenze possono essere esemplificate in questo modo:

1) deduzione:

regola: tutti i miei alunni sono ignoranti
caso: questi alunni sono miei
risultato: questi alunni sono ignoranti

2) induzione:

risultato: questi alunni sono ignoranti
caso: questi alunni sono miei
regola: tutti i miei alunni sono ignoranti

3) abduzione:

regola: tutti i miei alunni sono ignoranti
risultato: questi alunni sono ignoranti
caso: questi alunni sono miei

Come si vede, nella deduzione la conclusione scaturisce in modo automatico (necessario) dalle premesse: date la classe e la sotto-classe, l’individuo non può essere diverso e rappresenta semplicemente l’esplicitazione di ciò che era già implicito nelle premesse.

L’induzione consente di ipotizzare una classe a partire da una sotto-classe e da un individuo, o piuttosto da una serie di sotto-classi e di individui (l’alunno a è mio ed è ignorante; l’alunna b è mia ed è ignorante; l’alunno c...): essa si basa sull’assunzione che determinate regolarità osservate in un fenomeno continueranno a manifestarsi nella stessa forma anche in futuro. A differenza della deduzione e come l’abduzione, l’induzione non è logicamente valida senza conferme esterne: nell’esempio, basterebbe un solo mio alunno non-ignorante a invalidare la regola (falsificazione).

Nell’abduzione infine, osservando un individuo (risultato) e avendo a disposizione una classe (regola) in grado di spiegarlo, possiamo dedurre per ipotesi la sotto-classe (caso), accrescendo in tal modo la nostra conoscenza. L’abduzione, secondo Peirce, è l’unica forma di ragionamento suscettibile di accrescere il nostro sapere, ovvero permette di ipotizzare nuove idee, di indovinare, di prevedere. In realtà tutte e tre le inferenze individuate permettono un accrescimento della conoscenza, in ordine e misura differente, ma solo l’abduzione è totalmente dedicata a questo accrescimento. È vero però che l’abduzione è il modo inferenziale maggiormente soggetto a rischio di errore.

L’abduzione e l’induzione non contengono in sé la loro validità logica, e devono essere confermate per via empirica. La conferma (verificazione) non potrà dunque mai essere assoluta, bensì solo in termini di probabilità: potremo dire di avere svolto un’abduzione corretta se la regola che abbiamo scelto per spiegare il nostro risultato riceve tali e tante conferme, che la probabilità che sia quella giusta equivalga a una ragionevole certezza, e se non vi sono altre regole che spiegano altrettanto bene i fatti osservati.

Nel complesso, possiamo dire che il procedimento scientifico si basa su una specie di induzione condizionale:

risultato: questi alunni sono ignoranti
caso: questi alunni sono miei
regola: tutti i miei alunni sono ignoranti, fino a prova contraria...