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provenzale (lingua)

La lingua provenzale è una varietà regionale tipica della Provenza dell’occitano o lingua d’oc, il dialetto romanzo proprio di gran parte della Francia meridionale, e di alcune zone della Spagna catalana e dell’Italia ligure e piemontese. Il nome di lingua d’oc (da cui il toponimo Linguadoca) deriva dalla forma dell’affermativo (come il francese settentrionale è detto lingua d’oïl, e l’italiano lingua di ).

In provenzale nella seconda metà del sec. XI nacque un genere letterario, la poesia trobadorica (trovatori), che si diffuse ampiamente in Europa nei secoli successivi, dapprima conservando il linguaggio originario, e poi traducendosi via via nelle varie lingue letterarie nazionali.

Pronuncia del provenzale.

Vocali e dittonghi:
• -a- come in italiano; seguita da -n- ha suono nasale;
• -e- come in italiano, può essere aperta o chiusa;
• -i- come in italiano;
• -o- come in italiano, può essere aperta o chiusa;
• -u- è dubbio se avesse pronunzia velare come in italiano, o labiopalatale come in francese (-ü-);
• le vocali atone e le finali si pronunciano come in italiano e non come in francese.
• dittonghi discendenti (accentati sul primo elemento): -ai-, -ei-, -oi-, -ui-; -au-, -eu-, -iu-, -ou- (con -e- e -o- aperte o chiuse);
• dittonghi ascendenti (accentati sul secondo elemento): -ie-, -ue-, -uo-;
• nei trittonghi l’accento cade sull’elemento centrale;
• dittonghi e trittonghi si pronunciano esattamente come in italiano, non come in francese.

Consonanti:

• la maggior parte delle consonanti si pronunzia come in italiano, compresa la -r-, che è alveolare e non uvulare come in francese moderno (-r- moscia).

Differiscono dalla pronunzia italiana le seguenti grafie:
• -c- davanti a -e- e -i-, si pronunzia come in italiano sera (-s- sorda);
• -ch- come in italiano cera, ciao (non come in francese moderno chanson); in posizione finale hanno lo stesso suono -ich-, -g- e anche -h-;
• -g- davanti a -e- e -i-, come in italiano gesto, giro;
• -gu-davanti a qualsiasi vocale, come in italiano gatto, ghiro;
• -j-davanti a -a-, -o-, -u-, come in italiano gioco (non come in francese jeu);
• -h- è muta;
• -qu- (anche -q-) davanti a vocale, come in italiano cane, chi;
• -lh- come in italiano figlio; stesso suono hanno le grafie -ll-, -ill-, -il- (la -i- non si legge) e di rado -gli-;
• -nh- come in italiano ragno; lo stesso suono hanno -ny-, -gn-, -ign- (la -i- non si legge);
• -ss-non è una doppia ma sta per -s- sorda;
• -s-iniziale e finale, come la -s- sorda italiano;
• -s- intervocalica, resa a volte anche con -z-, come in italiano settentrionale rosa (-s- sonora);
• -z-finale (anche -tz- e -ts-) sta per -z- sorda, come in toscano zucchero; tra due vocali, può essere sia sorda che sonora.

In antico occitano non esistono consonanti doppie; probabilmente, solo -rr- si distingueva da -r- semplice.