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anacoluto

L’anacolùto e una rottura della regolarità sintattica di una frase, che deriva dall’interferenza di due costrutti bipartiti di struttura sintattica diversa, ponendo l’antecedente dell’uno e il conseguente dell’altro:

il mio cane ama gli ossi
al mio cane gli piacciono gli ossi
il mio cane gli piacciono gli ossi

Nella maggior parte dei casi l’anacoluto si presenta come una sorta di nominativo assoluto (o tema sospeso), ossia un modo di porre all’inizio in forma diretta, come fosse il soggetto, un termine che però nel séguito della frase non è più tale.

Essendo molto diffuso nel linguaggio comune, si trova in letteratura come imitazione (mimesi) del parlato (ed è errore sintattico grave quando sfugge involontariamente).

 


Esempi

• “voi ch’ascoltate in rime sparse il suono... spero trovar pietà” (Petrarca) - “mi pasco di quel cibo che solum è mio e che io nacqui per lui” (Machiavelli) - “quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro” (Manzoni)