In senso retorico, la parodìa è una imitazione intenzionale di un testo, un personaggio, un motivo, ecc., condotta di solito in forma ironica ma non solo, per mettere in risalto il distacco dal modello e il suo spostamento di senso o il suo rovesciamento critico.
Il fatto più rilevante nella parodia è che, in termini di codici linguistici, comporta sempre una trans-codificazione (ossia un passaggio da un codice di segni a un altro), il che implica nel destinatario del messaggio una conoscenza del referente di partenza, senza la quale non può essere avvertita la trasformazione.
Se è ironica, la parodia può essere intesa come come affermazione di un mondo alla rovescia (Bachtin).
Se è seria, essa manifesta più o meno esplicitamente il rinvio a un referente culturale noto, alla luce del quale va interpretato, per somiglianza o differenza, il nuovo segno proposto.
Esempi
• la parodia antitetica “t’odio empia vacca” si capisce solo in riferimento all’incipit carducciano “t’amo pio bove” che ne è il referente diretto.
• lo stesso vale per le caricature, che fanno ridere solo chi conosce la faccia del personaggio caricaturato.
Per approfondire
• La parodia nella letteratura
• La parodia nella musica
• La parodia nelle immagini