Versione di gennaio

Categoria: a.s. 2010-11
Ultima modifica il Domenica, 22 Settembre 2013 19:56
Pubblicato Giovedì, 10 Febbraio 2011 16:26
Scritto da quomodo
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Alcune indicazioni (in ordine sparso) dalle correzioni della versione del 31 gennaio.

• intanto gradisco caldamente che tutti mettiate i puntini sulle -i-, visto che non è per niente facoltativo (come invece qualcuno sembrerebbe ritenere).

• altra cosa che noto con frequenza è la tendenza a spostare le parole dalla posizione che hanno nel testo latino. In realtà, di solito solo il verbo e il genitivo vanno spostati di posizione passando dal latino all’italiano; tutte le altre parole non devono essere spostate, pena il rischio di fraintendere il testo, o quanto meno di renderlo meno efficace. Es. “con terra e graticci” è un po’ sciocco, perché per fare le trappole, prima si mettono i graticci sulle buche, e poi sopra si mette la terra per nasconderle, mica viceversa!

• altro errore frequente è l’uso di implicite con soggetto diverso dalla reggente. Molti hanno commesso questo errore nella prima frase: “Effettuata da Cesare la metà del lavoro, le navi ritornano a Brindisi”: questo è un grave errore di sintassi italiana, la quale di norma richiede che, se il soggetto della dipendente è diverso dalla reggente, la dipendente deve essere esplicita (quindi “Dopo che Cesare ebbe effettuato..., le navi ritornano...”)

• l’equivoco sintattico della relativa delle navi in prima frase, si risolve semplicemente in questo modo: “le navi, rimandate (per ordine dei) consoli da Durazzo, le quali vi avevano trasportato la prima parte dell’esercito, ...”; oppure “rimandate da Durazzo... le navi che vi avevano...” . Dire “mandate le navi che” è sbagliato, perché sembra un ablativo assoluto come i precedenti, mentre è un participio attributivo al nominativo. Noterete, di passaggio, che ho cercato di evitare due preposizioni da consecutive con valore diverso (“dai consoli da Durazzo”: agente + moto da luogo).

• già che ci sono, aggiungo ancora una volta che non mi piacciono i pronomi e avverbi latini dimostrativi e determinativi tradotti in italiano con forme dello stesso tipo, quando possono invece essere sostituiti da pronomi personali, specie se atoni (ricordo il rasoio di Ockham: una parola più piccola è sempre meglio di una parola più grande!)

• un’altra cosa che mi riesce assai difficile comprendere è la vostra mastodontica (e ingiustificata) ostilità per i “presenti storici”: tutto ciò che del latino esiste anche in italiano, non c’è ragione al mondo di non tradurla così com’è. Lasciate che i problemi riguardino soltanto ciò che è diverso da una lingua all’altra: vi garantisco che i problemi sono già abbastanza anche solo limitandosi a questi!

• qualcuno mi aiuta a capire per quale mai motivo traducete autem con tuttavia!? Autem vale più o meno quel che per noi è il punto e virgola; se proprio volete tradurlo, usate una avversativa leggera (del resto, d’altra parte, invero, poi, ...), ma certo non una così forte come tuttavia.

• vedo poi che di soldati (oltre che di grammatica latina) ne capite pochetto! L’ultima frase obbligatoria è «expeditos autem ex evocatis, sagittariis funditoribusque raros in muro turribusque disponit»: basta lasciare le parole dove stanno, con le congiunzioni che legano esattamente le parole che legano (e che hanno quindi la stessa funzione) e gli accusativi che fanno il loro bravo mestiere di accusativi, ossia di oggetto uno, e di predicativo dell’oggetto l’altro (chiaramente in posizione predicativa).
Quindi: “disponit raros (predicativo) expeditos (oggetto), ex evocatis sagittariis funditoribusque (tutti e tre moto da) in muro turribusque (tutti e due stato in, col valore di sopra, perché nel muro e nelle torri non si entra!)”,
ossia: “dispone rari (= sparpagliati) gli espediti (= i soldati leggeri, senza corazza e scudo), [provenienti] da richiamati, arcieri e frombolieri, sul muro e sulle torri”.
Dov’era il difficile?

• una bella trovata mi sembra quella del «milites naves conscendere iubet»: qui anche uno privo di intuito può rendersi conto che l’accusativo naves non può in alcun modo avere significato di moto da, ma come tutti gli accusativi da che accusativo è accusativo, può solo indicare un moto a: quindi al massimo si poteva intendere “ordina che i soldati scendano sulle/nelle navi”; dal che poi non è impossibile rendersi conto che in questo caso conscendere non vuol dire propriamente scendere, bensì salire (anche se è possibile che Cesare intendesse qui che dall’alto del molo i soldati scendevano giù nelle navi, ormeggiate più in basso: ma non è necessario, visto che scando vuol dire far le scale, sia in su che in giù – cfr. a-scendo - de-scendo).

 
Passiamo ora alle considerazioni positive (una!)

• ho notato un tentativo (pur rischioso) di traduzione elegante di una endiade (coppia di quasi-sinonimi): «aditus atque itinera duo», che alla lettera significa “gli ingressi e le due strade”, o meglio “i due accessi e i (relativi) percorsi”, qualcuno l’ha tradotto “i due percorsi di ingresso”. In realtà, in questo caso non credo sia giusto, perché chi scrive intendeva sia gli accessi, che sono una cosa, sia i percorsi, che sono un’altra. Però do atto al traduttore del suo “coraggio stilistico”. (Ah: per chi non l’avesse capito, aditus qui non è participio, ma sostantivo, accusativo maschile plurale della 4ª!)

• un’ultima cosa: non voglio che usiate la parola “cosa/cose” nelle vostre traduzioni: un po’ di dignità!