Sillogismi e altre amenità

Categoria: a.s. 2010-11
Ultima modifica il Venerdì, 17 Settembre 2021 19:00
Pubblicato Sabato, 09 Ottobre 2010 02:00
Scritto da quomodo
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Ho visto che i discorsi sulla verità, sui rapporti fra realtà, pensiero e linguaggio e sulla logica vi stimolano parecchio: perciò ho deciso di aprire questa pagina in cui affrontare alcuni dei temi proposti in classe.

Mi aspetto che le mie provocazioni e i miei ragionamenti sollecitino qualcuno anche a intervenire.

Intanto due parole sul metodo della logica, che semplifica tutto dividendo sempre il mondo in due parti: ciò che ha una certa proprietà e tutto il resto che non ce l'ha.
È un metodo rozzo e approssimativo – se volete – che si lascia sfuggire la autentica complessità della realtà; ma bisogna riconoscere che è piuttosto efficace, visto che ha portato assai lontano la scienza e il pensiero del mondo occidentale moderno.

Proviamo a ripercorrere l'esempio che vi ho fatto ieri sulla parola paullum nella versione (ma che ciascuno può estendere a mille esempi della vita quotidiana, non solo nello studio del latino).

Anzitutto puntualizziamo il principio fondamentale su cui si basa tutto il ragionamento: il cosiddetto “sillogismo disgiuntivo”, ossia un ragionamento costituito da due premesse e da una inferenza (deduzione necessaria), in cui la prima premessa consiste in una disgiunzione (ossia due termini uniti da una congiunzione “o”), e la seconda nella negazione di uno dei due termini, da cui consegue l'affermazione dell'altro.

Se è vero A o è vero B, ma B è falso, allora A è vero.
Se è vero A o è vero B, ma A è falso, allora B è vero.
Il sillogismo vale anche quando i termini sono più di due:
Se è vero A o B o C o D o ..., ma B e C e D e ... sono falsi, allora A è vero.

Attenti però a non cadere nel tranello:
Se è vero A o è vero B, ma B è vero, allora A ... bo?!
In questo caso l'inferenza (deduzione) non è possibile: qualunque conseguenza se ne tragga (che A sia vero oppure falso), è una fallacia, ossia un ragionamento scorretto e insostenibile sul piano logico. In casi come questo la soluzione (se esiste) va dunque trovata con altri sistemi.

Il sillogismo disgiuntivo applicato alla parola paullum (nella frase: «narrant Iovem paullum risisse», dell'ultima versione in classe) produce questi passaggi progressivi:
paullum può essere A) un aggettivo o B) un avverbio;
• se è un aggettivo, può essere A) nominativo (neutro) o B) accusativo (maschile o neutro);
• se è accusativo, nell'infinitiva può essere concordato A) col soggetto o B) coll'oggetto;
[noterete che il procedimento binario consiste nel ridurre in ogni passaggio il problema a due alternative, una delle quali viene eliminata, mentre l'altra viene ulteriormente suddivisa in due; ciò si ripete poi fino all'esaurimento delle possibili alternative]
• accusativo del soggetto non può essere, perché sarebbe concordato con Iovem, ma ciò non ha senso;
• accusativo dell'oggetto non può essere, perché il verbo risisse è intransitivo;
• nominativo non può essere, perché si trova in una infinitiva;
• pertanto non può essere un aggettivo;
• quindi deve necessariamente essere un avverbio.