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Caratteri di carattere

Forse c’è bisogno di un chiarimento a proposito dell’uso del corsivo e delle virgolette nei testi saggistici (c’è sempre bisogno di qualche chiarimento in questo genere di argomenti!)

Il problema dell’uso del carattere corsivo ha diversi livelli:
• in senso concettuale: è sempre opportuno distinguere l'uso metalinguistico di un termine («un tavolo ha 6 lettere») da quello referenziale («un tavolo ha 4 gambe»);
• in senso pratico: al lettore deve sempre essere chiaro quando non si sta parlando di oggetti/persone ma di testi (un conto è parlare di Amleto personaggio, un altro di Amleto tragedia shakespeariana), o quando il termine usato non appartiene propriamente alla lingua in cui è steso il testo;
• in senso bibliografico: il cosiddetto “stile Harvard” (che vi verrà buono in sede di corsi di laurea) prevede il corsivo per i titoli delle unità di grado superiore (libri, raccolte, riviste, ...) e le “virgolette” per quelli delle unità di grado inferiore (articoli, capitoli, paragrafi, ...)
L’ultimo particolare è un dettaglio iper-filologico: se si vuole, si possono anche usare sempre le virgolette; però deve essere sempre chiaro all’occhio quando si tratta di titoli e non di testo normale.

NB. Ricordarsi anche che nei testi manoscritti il corsivo, per ovvi motivi, è sostituito dalla sottolineatura.

Per quanto riguarda invece le virgolette:
• servono soltanto per i titoli delle unità testuali di grado inferiore (vedi sopra), e per inquadrare inizio e fine delle citazioni letterali.

NB. Non usare mai le virgolette per rendere accettabile una parola inadeguata: le parole o sono giuste, e allora lo sono anche senza virgolette, o sono sbagliate, e allora lo sono anche con le virgolette!